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L'orrore della vista delle carni prende maggiori forme morbose: Bartolomeo Tanasi, inetto a spogliarsi e a vestirsi da , si fa servire da due ciechi: Fra Michele dei Santi preferisce non mostrare al medico un doloroso tumore sotto l'ascella; fin il cadavere del B. Antonio Zaccaria ritira le gambe quando una mano indiscreta alza il lembo della tunica che ne copre i piedi.

E quindici giorni dopo, Cardello baciava le mani al signor Decano, ringraziandolo del bene che gli aveva fatto; ma lietissimo di non più dover indossare l'abito lungo e portare la tuba in testa e l'ombrello rosso sotto l'ascella; di non più dover seguire il padrone a dieci passi di distanza, e di non più star a sbadigliare nella sagrestia del Monastero di Santa Chiara mentre il padrone confessava le monache, o in quella della Matrice mentre recitava, nel coro, l'uffizio con gli altri canonici.

Non abituati a questi viaggi di punizione, sognavamo il treno. Alla stazione ci si fece discendere passandoci sotto l'ascella, a zig-zag, una catena che ci teneva uno dietro l'altro e ci impediva di pensare alla fuga. Per scappare bisognava che il condannato si trascinasse dietro tutti gli altri.

Egli guardò la fanciulla, che gli stava innanzi, col suo fascicolo sotto l'ascella, il busto eretto, i capelli fulvi arruffati sulla fronte. Era graziosa; gli occhi avevano qualche lampo di malizia, e la bocca, schiudendosi, mostrava bei denti. Filippo si mise a ridere. Come sempre? ripetè. Io vorrei invece quest'anno far qualche cosa di diverso. Ah, bene! esclamò Giselda.

L'ombrella era passata sotto l'ascella, le mani strette premevano l'ultimo bottone del panciotto ch'era in cima carezzato dalla barba rossiccia del solitario uditore. A volte, mentre la melodia saliva con più sonoro ritmo, le mani si staccavano dal panciotto, e una, l'indice teso, misurava il tempo.

Non un minuto... Vedi dunque... La signora Valeria passò il braccio sotto l'ascella della figliuola e l'aiutò a rimettersi in piedi. Diana ribaciò sulla fronte e sugli occhi il cadaverino che gi

E la prima mattina che uscì così mascherato, come egli diceva, andando dietro al padrone a dieci passi di distanza, con l'ombrello di seta rossa sotto l'ascella, camminava impacciato, a occhi bassi, senza punto curarsi se la gente ridesse di lui.

Faceva mandare a casa gl'involti voluminosi, ma quando ve n'era qualcuno appena possibile a portarsi, ella stessa se ne impadroniva e se lo metteva sotto l'ascella con una tenerezza materna delle più ingenue.

E se i capelli non gli si rizzarono sul capo, credete pure che fu per rispetto al luogo in cui era, e per la mancanza d'un parrucchiere pronto a ravviarli. La prima cosa che egli fece, dopo inarcate le ciglia e represso il moto involontario della sua molla interiore, fu di accostarsi al cavaliere Carletti e d'infilzargli dimesticamente il braccio sotto l'ascella.