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Aggiornato: 11 maggio 2025


L'accampamento fu posto la sera sulla riva destra del Kus e levato per tempo la mattina seguente. Si doveva andare ad Arzilla, distante quattr'ore da Laracce. Il convoglio dei bagagli partì la mattina; l'Ambasciata verso sera. Io, per veder la carovana sotto un nuovo aspetto, partii col convoglio dei bagagli. E me ne trovai contento, perchè fu un tragitto pieno d'avventure.

Vien, di grazia, presto; se non, mi rimanderebbe un'altra volta a cercarte crederebbe ch'io t'avesse fatto l'ambasciata. LELIA. Orsú! Va', Pasquella, ch'io verrò. Burlavo teco. PASQUELLA. Quando, gioia mia? LELIA. Presto. PASQUELLA. Quanto presto? LELIA. Tosto. Va'. PASQUELLA. T'aspettarò all'uscio di casa, veh! LELIA. , . PASQUELLA. Uh! Sai? Se tu non vieni, m'adirarò.

Un atto d'impero del Congresso di Vienna «nell'interesse della pubblica quiete» pose la casa dei napoleonidi sotto la sorveglianza dell'Europa. In ciascuno dei pochi paesi, in cui si era loro permesso di accedere, l'ambasciata delle cinque potenze aveva l'incarico della loro vigilanza, e le autorit

Appena vide giungere a casa la vedova Rigotti, la chiamò dalla finestra, e le narrò della visita del maestro Polli. Ah! il degno amico si è ricordato di noi! Tonino riportò fedelmente, con parecchi squarci d'aggiunta, l'ambasciata del maestro di scuola, e la signora sorrideva con mestizia e dava segni di consolazione.

Poneva fine al suo monologo con secco dire: Fagli passare. Il segretario fece l'ambasciata, e mentre si prepara ad introdurre i nostri due personaggi, daremo una breve occhiata alla camera, ossia al gabinetto.

La Vige, comprendendo dalla ciera sconvolta del suo padrone che qualchecosa di grosso c'era per aria, corse subito a fare l'ambasciata; e tornata ad annunciargli che la signorina lo attendeva, non potè trattenersi dal fare, mentre il professore saliva frettolosamente le scale, una mimica eloquentissima per esprimere il dubbio ed il timore che al suo povero padrone non avesse dato di volta il cervello.

Così era bellamente pagato il Fregoso. Ma egli, inteso l'animo dell'avversario, tosto aveva adunato il Consiglio e messo mano a più saldi argomenti. E poco dopo l'ambasciata del Cecere, andavano alla corte di Galeotto, oratori non più di Giano Fregoso, privato cittadino, bensì del Doge e del Consiglio, un Giacomo di Leone e un Galeazzo Pinello.

E a far ch'ei fosse creduto ciecamente da noi, l'ambasciata francese in Berna dovea ricevere da Parigi denunzia formale che lo indicherebbe partecipe dei tentativi di Fieschi e Alibaud e incarico di chiederne al governo elvetico la consegna o la cacciata. Per tal modo egli avrebbe potuto seguirci. Gli fu dato danaro, un passaporto col nome di Napoleone Cheli, e un indirizzo per corrispondere.

La scorta del Ben-Auda ci voltò le spalle e disparve; l'ambasciata guadò il fiume e si trovò circondata dalla scorta nuova. Bu-Bekr-ben-el Abbassi strinse vivamente la mano all'ambasciatore, fece un saluto amichevole al Ducali, suo antico compagno di scuola, e diede il benvenuto a tutti gli altri con un gesto pieno di maest

Finalmente fu picchiato all'uscio; era il Martini che tornava da far l'ambasciata, e, come la colomba dell'Arca, portava un ramoscello d'olivo. Il colpo era fallito; non c'era più nulla a tentare.

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