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Bertrando, l'altra guida, tornò ad informar il compagno di quanto avea veduto, ed Emilia non domandò più nulla. I viaggiatori uscirono dal bosco, e scesero in una valle per una direzione contraria a quella che doveva prendere il nemico. Emilia vide intieramente il castello, e contemplò colle lacrime agli occhi quelle mura ov'era forse chiuso Valancourt. Cominciarono a sentire le cannonate; desse elettrizzavano Ugo, il quale ardeva d'impazienza di trovarsi a combattere, maledicendo Montoni che lo mandava così lontano. I sentimenti del suo compagno parevano molto diversi, e più adattati alla crudelt

Terzo. Ogni fiducia del Senato è intieramente riposta nella magnanimit

Santa madre natura, che Iddio continui a benedirvi! Perchè non si lascia intieramente a voi la cura di foggiare i nostri parchi, di svariare i nostri giardini? Qualche volta, non c'è che dire, voi fate meno bello dei nostri architetti; per contro, fate sempre più grande.

Era forse semplicemente effetto dell'essere intieramente riposato dalle fatiche del viaggio. In ogni modo tale indugio gli pesava assai. Dopo aver passeggiato un pezzo su e giù per la sua stanzaccia, discese nella cucina. L'oste venne, come gi

Federico sospirò. Ma di quella maledizione, proseguì il conte, il duca si era pentito poi; intieramente la revocò; e se i suoi desideri fossero stati esauditi, i suoi ordini seguiti, il cavaliere dell'Isola gi

Donna Maria non potè reprimere intieramente un leggiero sorriso. Il cavaliere di Malta le si avvicinò: Oh! le disse sommessamente e con indignazione: non arrossite voi, donna Maria? Invece di calmare voi attizzate gli odj! Come lo potete in questo istante? Ma ella era nel numero di coloro che credono lecita ogni colpa, purchè siano essi che la commettano.

Il consorzio d'uomini letterati e lo scrivere intorno al moto intellettuale d'Italia ridestarono in me, in quei primi tempi di soggiorno in Inghilterra, il desiderio lungamente nudrito di crescere più sempre fama ad uno scrittore, al quale più che ad ogni altro, se eccettui l'Alfieri, l'Italia deve quanto ha di virile la sua letteratura degli ultimi sessanta anni. Parlo d'Ugo Foscolo, negletto anch'oggi affettatamente dai professori di lettere, pur maestro di tutti noi, non nelle idee mutate dai tempi, ma nel sentire degnamente e altamente dell'arte, nell'indole ritemprata dello stile e nell'affetto a quel grande nome di patria dimenticato da quanti a' suoi tempi scrivevano ed erano i più in nome di principi, d'accademie o di mecenati. Io sapeva che dei molti lavori impresi da lui nell'esilio parecchi erano stati soltanto in parte compiti, altri erano, per la morte che lo colpì povero e abbandonato, andati dispersi. Mi diedi a rintracciar gli uni e gli altri. E dopo lunghe infruttuose ricerche, trovai, oltre diverse lettere a Edgar Taylor oggi contenute pressochè tutte nell'edizione ch'io pure ajutai, di Lemonnier quanto egli aveva compito del suo lavoro sul poema di Dante, e in foglietti di prove, due terzi a un dipresso della Lettera apologetica ignota allora intieramente all'Italia. Quest'ultima scoperta fu una vera gioia per me. Quelle pagine, senza titolo o nome dell'autore, stavano cacciate alla rinfusa con altri scritti laceri, e condannati visibilmente a perire, in un angolo d'una stanzuccia del librajo Pickering. Come nessuno fra i tanti Italiani stabiliti in Londra o viaggiatori a diporto andasse in cerca di quelle carte quando tutte potevano senza alcun dubbio ricuperarsi, e toccasse a un altro esule, fra le strette egli pure della miseria, la ventura di restituirne, undici anni dopo la morte di Foscolo, parte non foss'altro al paese, è memoria fra le tante di noncuranza e d'ingratitudine, vizî frequenti nei popoli inserviliti. Ma oggi che gli Italiani millantano d'essere liberi, perchè, a espiar quell'oblìo non sorge una voce che dica: «Invece di mandar doni a principesse che nulla fanno o faranno mai pel paese, e inalzar monumenti a ministri che nocquero ad esso, ponete, in nome della riconoscenza, una pietra che ricordi chi serbò inviolata l'anima propria e la dignit

Il Manzoni non pare dunque aver conosciuto l'Imbonati, ma essersene solamente innamorato per la fama delle sue molte virtù e per l'affetto sincero e profondo che egli aveva inspirato alla signora Beccaria; il che è intieramente regolare, poichè sappiamo dal Fauriel che la Beccaria s'era recata a Parigi con l'Imbonati fin dai primi anni del Consolato. Si spiega quindi pure come, per un certo periodo della vita giovanile di Alessandro Manzoni, appaia educatrice di lui non gi

Noi non possiamo non riconoscere che, tanto nel mondo spirituale quanto nel mondo fisico, ogni cosa che avviene, avvenga e si modifichi per certe leggi d'influenze di cui non abbiamo ancora potuto indovinare intieramente il segreto. Osserviamo gli effetti, e restiamo attoniti e inscienti dinanzi alle cause.

«Sentite: un cumulo di vicende mi trasporta a tal fine ch'è stato sempre il mio abborrimento; forse potrei resistergli: non voglio, mi affido a voi, mi abbandono intieramente nelle vostre braccia; e ciò non gi