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Aggiornato: 6 maggio 2025
Parto da un concetto della poesia dialettale che mi sembra giusto tuttavia, nonostante quel che il signor Pipitone-Federico ha diffusamente scritto in difesa del Meli. E il giudizio del Finzi, che il critico riporta e che io ignoravo, mi pare il più esatto che si sia dato intorno al poeta siciliano finora. Dirò subito la ragione.
Io la vedevo ancora, analizzava il suo sguardo, il suo gesto, le sue parole. Nè da prima v'avea posto mente, ma certo io non poteva andare errato: qualche cosa di segreto si passava nell'anima d'Ortensia. Che mai? Lo ignoravo.
Desideroso di sapere come fossero passate le cose ch'io ignoravo intorno alle predisposizioni del famoso duello, gliene chiesi qualche notizia ed ella mi disse ingenuamente: Dopo la partenza dei testimoni dalla casa del dottore, la signora Pasquetta, spiritata, era corsa in casa Bruni.
E impossessarsi violentemente di un cuore, di un'anima, maltrattarli, torturarli come lo chiamate? Io rispetto il diritto degli altri quanto il mio. Ho fatto forse qualche cosa per sedurvi? Due mesi fa ignoravo fin la vostra esistenza. Voi sapete gi
Come? Io sapevo tutto questo e ignoravo di saperlo? Perchè? In che maniera?... O si trattava di una nuova illusione che prendeva il posto dell'altra, che mi avrebbe ingannato come l'altra, che mi avrebbe fatto terribilmente soffrire e vanamente, come l'altra? Distornavo gli occhi, diffidente, con indefinibile senso di paura.
Il giorno dopo di quel fatto, all'alba, vidi una linea biancastra all'estremo dell'orizzonte sul mare, lontanissima, immobile. Vidi poi a poco a poco questa linea ingrossare da un lato, diminuire dall'altro. Percepii alcuni vaghi contorni di montagna. Era la terra, e quale terra? Lo ignoravo; pure m'invase una gran gioia. La terra mi rappresentava una meta qualunque e ciò mi bastava per rasserenarmi. In quella meta io costruivo gi
Marco continuava: Questa disgraziata, che io doveva sposare, fu rapita, or sono cinque anni, dalla casa ove l'aveva messa suo padre, rapita per ordine di costei, che la diede in mano ad uno sconosciuto, e le indebolì il cervello con narcotici possenti.... Mi raccontò tutto ella stessa, quando la vidi in Rimini poco tempo fa... Ed io, che conoscevo questa donna come un'avvelenatrice, l'avevo consigliata a diffidarne, senza tuttavia spaventarla troppo, poichè speravo che ella fosse soltanto l'amante di Federico di Chiarofonte, che non potei avvertire perchè ignoravo da lungo tempo ove fosse!... Quando ritornai a Rimini, il giorno dopo la partenza di Gabriella, vi trovai un suo biglietto, nel quale mi annunciava che si recava in Sicilia col fratello; ma ignoro per qual motivo non accennasse a costei; ciò mi confermò nella mia supposizione, e pensai con gioia che Chiarofonte non l'aveva sposata.
Al momento d'uscire m'accorsi che ignoravo completamente dove andassi. Allora pensai a confrontare le date. Ma tra la mia grande agitazione, tra l'abitudine di Fulvia di non precisarle, non mi riuscì di comprendere perfettamente da quanti giorni quella lettera fosse scritta. Una cosa però era sicura.
Io, materialista in quel tempo, sorridevo sotto il naso udendo queste metafisicherie dalla bocca di un professore che, appunto per la scienza da lui coltivata, la fisiologia, giudicavo avrebbe dovuto essere più materialista di me. Lo ascoltavo però con rispetto, perchè infine le sue metafisicherie si abbarbicavano sempre a un fatto, a parecchi fatti che gli esperimenti rendevano indiscutibili. Pensavo È un gran poeta costui! e ignoravo di dire una profonda verit
Avevo veduto la Savina per la prima volta nel passato novembre, e avanti quell'epoca ignoravo perfino chi abitasse il palazzo, e non mi accorgevo se fosse chiuso od aperto. Dopo di averla veduta, non vidi altro che lei sola in tutto Milano, e dentro il mio cuore. Non mi ero mai interessato di conoscere la sua famiglia, il padre, la madre, i parenti.
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