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Aggiornato: 2 luglio 2025
Come mai? domandò Lidia, rizzando la testa a guardarmi. Nel mentre andavo parlando, m'accorgevo che, diversamente da tutte le aspettative, la confessione mi riusciva facile, e che enunciando e sintetizzando il mio passato, illuminavo me stesso su cose prima oscure.
Grazie, disse stringendo le mani della cognata, grazie. Gabriella non rispose allora; che avrebbe potuto dire! Aveva provata una sì violenta emozione, che la sua testa si spezzava. Si chiese un istante se dovesse parlare di Marco a Camilla, ma la paura la consigliò a non farlo. Era diffidente, senza essere avveduta. Potrete voi guardarmi in avvenire senza timore? domandò Camilla.
Allora si mise a guardarmi con curiosit
Egli la vide, ma non si mosse, non la prese, e disse soltanto facendosi anche più rosso: Si può andare a vederla? Gli risposi di sì, gli diedi un biglietto per mio padre che era laggiù a disporre i funerali, e gli indicai la strada. Egli ascoltò tutto in silenzio senza guardarmi, poi fece goffamente il saluto militare, e, sempre muto, se ne andò.
Da quel dì cominciai a guardare in cagnesco il piccolo dottor Grobian, dal naso d'aquilotto, dalle spalle di facchino, che andava schiacciato sotto l'enorme tuba e infagottato nell'enorme cravattone di seta. E siccome ringhio suscita ringhio, anche Franzon imparò a conoscermi e a guardarmi in cagnesco tutte le volte che m'incontrava sul pianerottolo o nell'androne della casa.
Oh! lo sento ancora, quel povero Antonio, il mio fratello di latte, chiamarmi per nome nell'andar giù.... Allora, lo confesso, non potei a meno di guardarmi indietro, e rasciugarmi col rovescio della mostra una lagrima. Fu un vezzo che passò presto; e dopo una settimana, vi era usato come a un buffo di vento.... Era proprio così.
Lo accarezzai, ed egli appoggiando le sue gambe anteriori sui miei ginocchi, allungò il muso e si mise a lambirmi il viso, poi seduto sulle gambe posteriori continuava a guardarmi. Allora pensando che forse il suo padrone lo cercava, m'alzai e ripresi la strada, ed egli mi seguì da vicino. Guardai lontano a diritta ed a sinistra, sui dirupi del monte e sul pendìo della vallata, e non vidi nessuno.
Poi pose un piccolo guanciale sotto il braccio d'Ambra acciò stesse sollevato. Mi raccomandò di star fermo colla mano e di non sollevarla dalla vena ferita prima di mezzanotte; soggiunse che la salvezza della fanciulla dipendeva dalla mia pazienza. Se all'indomani mattina Ambra avrebbe parlato, ogni pericolo cessava. Dovevo guardarmi dal sonno e dai movimenti repentini.
Scendendo dal mirador de la reina io credevo d'aver visto l'Alhambra, e commisi l'imprudenza di dirlo al mio amico. Se avesse avuto in mano un bastone, son certo che me l'avrebbe dato fra capo e collo; ma non avendolo, si contentò di guardarmi coll'aria d'uno che domandasse se mi aveva dato volta il cervello.
Il maestro mi dava del quadrello sulle dita io m'inacerbiva e piangeva. Aveva dodici anni, allorchè un giorno vidi scritto sulla lavagna un U colossale, così: U Io stava seduto di fronte alla lavagna. Quella vocale era lì, e pareva guardarmi, pareva affissarmi e sfidarmi. Non so qual coraggio mi nascesse improvvisamente nel cuore: certo il tempo della rivelazione era giunto!
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