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Aggiornato: 29 giugno 2025


Ma scostati da me, ch'or che mi sento imbizzarrito, che non ti strozzi. LECCARDO. Oimè, che occhi stralucenti! MARTEBELLONIO. Guardati che qualche fulmine non m'esca dagli occhi e ti brusci vivo. LECCARDO. Tutta l'istoria è andata bene; ma ve sète smenticato che non fu ballonetto ma ballon grande, e tanto grande che non si basta a ingiottire. Ma io ti vo' narrar una battaglia ch'ebbi con la Fame.

Ma perchè si era trattato sempre di donne conosciute tra i gaudenti o saldamente legate ad altri, i suoi di casa s'eran guardati dall'occuparsene e dal fargliene parola. Un giorno gli fu annunziata la signora Clarice Teobaldi.

Vivevano insieme dividendo il letto e la mensa e le tribolazioni da cinquantacinque anni, e s'erano tanto guardati nel bianco dell'occhio, che a poco a poco i due volti avevano come fatto la smorfia l'uno all'altro, e se non erano i nasi, si avrebbe detto che Sulpicio e Concetta fossero fratello e sorella.

S'udì una bestemmia alzarsi sulla dahabiad egiziana e fu visto un uomo aggrapparsi a una corda e sollevarsi sulla prua. Ira di Dio, è lei! esclamò quell'uomo. Sono io, Notis! gli gridò Fathma con inesprimibile accento d'odio. Guardati che ti ammazzo! Ella puntò verso di lui la carabina. Il greco cercò di scendere, ma s'avvide che non era più in tempo. Uccidetela!

Vieni! rispose la greca. Le due rivali abbandonarono la stanza e scesero nella via, nel mezzo della quale stavano i tre mahari guardati dai dongolesi. Bastò un cenno di Elenka perchè due degli animali venissero condotti dinanzi ad esse; vi salirono e pochi secondi dopo trottavano verso le foreste del Bahr-el-Abiad. CAPITOLO XI. La vendetta di Elenka.

La greca volse il capo dietro di , vide l'abisso in cui stava per precipitare e gettò un grido di spavento. Grazia, balbettò ella che sentivasi mancare le forze. Una di noi deve morire! Urlò l'implacabile Fathma facendo fischiare l'jatagan. Guardati!

EUGENIO. Chi avesse potuto imaginarsi, padre, che cosí facile ne fusse stato lo scampar di man di turchi dove eravamo guardati con tanta custodia, e ancora senza esser usi a vogar il remo la notte e il giorno, e senza mangiar quasi nulla ci siamo sostentati di sorte che quasi poco sentiamo della passata fatica?

Gentiluomini, mi sapreste dar voi nuova di Gerasto di Guardati? GERASTO. Niuno ve ne può dar piú certa nuova di me, perché io son detto. Ma che volete da me? APOLLIONE. Saper solo se in casa vostra fusse una fantesca chiamata Fioretta, che son tre anni che si partí di casa mia. GERASTO. Chi sète voi che me ne dimandate?

«Sei bella!... Guardati intorno, te lo dicono cento occhi desiderosi; cerca un cuore sano; dalla folla bambinesca, fatua, melensa, scevera un uomo, e gridalo al mondo senza arrossire: È lui, è luiPer la prima volta gli occhi di Ernesta s'incontrarono con una certa trepidanza negl'occhi del dottor Agenore, il quale continuava a sorriderle come un elemosinante che aspetta....

MANGONE. In somma, guárdati, perché ho molti inimici. FILACE. Morendo smorberá il mondo. MANGONE. Però vive, ché l'inferno l'abborrisce. Ma faccia quanto può, differirla può ben, ma non fuggir la forca che gli sta apparecchiata. MANGONE. O come campeggiarebbe bene una forca in mezo due forche!

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