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Aggiornato: 7 maggio 2025
«...Qui, i chroniqueurs, a proposito dell'ultimo romanzo di Zola, rimettono sul tappeto il vecchio tema del naturalismo. Alcuni gridano allo scandalo, hanno l'aria di chiedere al procuratore della Repubblica di sequestrare il volume e di processare l'autore. Io vorrei soltanto sapere se tutta questa gente è sincera; che cosa va a fare quando, dopo aver fulminato in nome della morale offesa, depone la penna ed esce sul boulevard?... Io non difendo il naturalismo; non mi occupo di sapere se dei limiti, e quali, debbano imporsi all'artistica rappresentazione del vero. Non mi preme tanto del fatto letterario, se non come segno dello stato psicologico di cui è una produzione. E quale è questo stato? Una violenta, e quando ancora si voglia brutale reazione contro le convenzionali menzogne, le raffinate ipocrisie di cui ogni giorno siamo testimoni. Coi piedi striscianti nel fango, con lo sguardo nell'infinito dei cieli, l'uomo s'aggira dentro una primordiale contradizione, e per una fatale vicenda, il magnificamento del basso provoca il magnificamento dell'alto, e viceversa. Gli esaltati, ebri, sognanti romantici hanno per mezzo secolo celebrata l'apoteosi dell'anima umana, gonfii di sublimi speranze, di indefinite aspettazioni. Essi hanno costrutto un ideale tipo di uomini nobili, magnanimi, eroici; hanno vista la vita dal lato più seducente. Ma la medaglia ha il suo rovescio, e troppo a lungo fu ripetuta la parte dell'angelo per non accorgersi che le ali erano di cera dorata. Più d'un Icaro, affidatosi ad esse per spiccare i suoi voli, sentì che si struggevano al sole e precipitò miseramente. Ancora contasi dalla caduta, non vuoi tu che rovesciassero la loro collera sugli autori dell'inganno e, perchè altri non ne fosse più vittima, che gridassero loro: Bugiardi?... Eccoli chinarsi nel fango, raccattare tutte le miserie, sfoggiare tutti i cenci, denudare tutte le piaghe, e con una brutalit
«Voi che passate gonfii di superbe speranze, leggieri d'anni e di cure, udite; io ho visto i sudori delle agonie imperlare le pallide fronti; io ho visto le labbra bagnarsi di spume; io ho visto gli immobili sguardi degli occhi stravolti sotto le ciglia vischiose; io ho visto le bocche aperte come per l'avida sete dell'aria; io ho visto le rigide pieghe delle lenzuola ricoprenti i corpi accasciati.... Io ho passate le lunghe notti delle veglie alla triste luce dei ceri consunti, io ho udito il cupo martellare sulle bare che si chiudono, io ho aspirato l'acre odore della terra frescamente rimossa per ricettar le sue prede....
Questo fatto tenderebbe a provare che i detriti più grossolani hanno una origine diversa dai finissimi; i primi sono situati sulla superficie del ghiacciaio e vengono trascinati facilmente al basso dai rivoletti che precipitano per la china gonfii d'acqua di fusione; i secondi sono nelle parti profonde del ghiacciaio, rivestono cioè il letto ed i fianchi, in parte anche stanno rinchiusi nel ghiaccio stesso, sopratutto nelle dirty bands; se ne può inferire che la comparsa dei finissimi detriti sia indizio della fusione interna del ghiacciaio, e la loro quantit
No, no! non si accosti!... Stia nascosta il più che può! diceva il vecchio dottore ad Antonietta. La ragazza aveva gli occhi gonfii di lacrime. A qualche distanza da lei si tenevano Roberto, il Brinda, Lina. Dallo spiraglio della porta socchiusa si vedeva in mezzo ad una stanza uno strano gruppo. Ad un tavolino sedevano Enrico ed Agatina.
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