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Aggiornato: 24 giugno 2025


Che sarebbe egli andato a fare nel Borgo, se non vinceva prima una battaglia in aperta campagna? E questa battaglia, come poteva argomentarsi di vincerla, in mezzo a quella selva di bastite, e in quelle gole tutte comandate da greppi, donde i sassi eran difesa bastante contro un esercito anche due volte più numeroso del suo?

Era una giornata burrascosa sul finir di novembre. Tutto il giorno avea nevicato in montagna, e raffiche di vento scuotevano le cime degli alberi, ruggivano nelle gole dei monti. Luigino era ammalato, e la mamma non lo poteva lasciare un minuto.

Signori miei, questa è Svizzera. Fumano le allegre gole degli alti camini e rumoreggiano gli opifici con gagliarda festa di lavoro: consoliamoci, questa è Italia!

Così dicendo, l'astuto condottiero col pomo della spada venia battendo sui muri del castello. Nessun rumore di dentro accennò che il suono dell'arme fosse stato udito dagli abitatori del luogo. Del resto, a quell'ora, null'altro si sarebbe potuto udire che il mugghio continuo del vento nelle gole e il baturlo del tuono sulle montagne vicine.

Lah! tiriamo innanzi colla carrozza. Biella non saprei giudicarla, così di sfuggita: ha portici, chiese a colonnati classici, vie discrete, ma insomma le muraglie danno sempre l'idea del caldo; riposiamo dunque lo sguardo sulla verzura, l'immensa verzura che, assumendo cento toni, si stende nelle valli, pare si rannicchi nelle gole, s'inazzurra nei lontani sfondi, trionfa sui monti, e finisce alle cime con qualche ciuffetto che stacca sul cielo come una pennellata bizzarra.

Qui finisce la triste storia del Piccolo San Bernardo. Il frequente scorrazzare di eserciti nostrani e stranieri fu a questi monti più causa di danno che di gloria. Il loro valico non fu mai interamente conteso ai soldati che vi salivano da questa o da quella parte; le sorti delle guerre non si decidevano fra queste gole selvaggie: nessuno di questi luoghi ebbe il gramo compenso di dar nome a giornate famose. La loro oscurit

E poi che sazio, in estasi bëate Levava il picciol capo verso il sole, Le ragne da una foglia arsa sbucate, Si divisero il bruco nelle gole. Le due comari, del bottino liete, Facevan l'una all'altra i complimenti, Quando, piombando dal vicino abete Il capinero, li mutò in lamenti.

Un urlo tremendo e alcune moschettate tennero dietro al suo comando. Dai burroni e dalle gole uscirono varii drappelli di arabi Abù-Rof e di Bagg

Come tutti i sensi rivivevano in lui di gioconda vita infantile! e quanta adolescenza gli veniva incontro da quelle gole ospitali!

JACOPO DI DANTE: «Per lo detto demonio l'appetito della gola si considera, che in ciò gl'induce; il quale con tre gole figurativamente è formato, siccome per tre modi cotale appetito per loro si possiede: de' quali l'uno è di quantit

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