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Aggiornato: 7 maggio 2025


La suggestione è così potente, che i soldi fioccano: e basta restare un momento in osservazione, per vedere i pretesi famelici che si giocano i soldarelli a carachè, a test'arme, o li spendono in ghiottonerie e sigari lunghi un palmo. Ne ho visto uno che passava il virginia acceso al compagno, e correva appresso a una tedesca con la solita antifona.... Ho fame.... qui c'è il fornaio....

«A quest'ora le mie compagne sono in giardino; suor Anna passeggia nel viale della fontana, leggendo nel libro che non finisce mai, poveretta, per vegliare sulle sue figliuole; le Inseparabili si perdono, a braccetto, sotto i tigli; Rosa Bianca se ne sta soletta con i suoi pensieri; le Matte corrono, gridano, giocano; chi si ricorda di me come io mi ricordo di loro

Si fa da persone civili, e vi accorre gran popolo anche per vedere gente rispettabile a giocarlo. Si suole fare nella fossata di strada suburbana, che sta sotto il baluardo dello Spasimo, e appo il popolo rendere un virtuoso trattenimento di divertimenti estivi. Vi giocano per bizzarria parecchi nobili, sacerdoti e persone civili.

Si apre la grotta e lascia vedere Ferdinando e Miranda che giocano a scacchi. O mio dolce signor, giuocate ingannandomi. No, mio caro amore: non lo farei pe'l mondo intero. : ma venti regni mi disputereste ch'io pur direi che il vostro giuoco è buono. Se un'altra visione è questa della Isola, ben due volte un caro figlio ho perduto! Un miracolo supremo!

Il resto della camera, nella penombra. Signora RENZI, il signor BRAMBINI, don BARTOLOMEO, MARIO, BEATRICE. Presso la tavola, giocano a dama la signora Renzi e il signor Brambini. Dall’altra parte della tavola, don Bartolomeo è intento a ricamare un paio di pantofole su un telaietto. Mario ha dinnanzi molti giornali spiegazzati. Ne ha uno in mano e lo legge.

Gli uomini giocano colla loro felicit

Ridono, ridono, giocano, strillano e beffeggiano gli echi della valle in coro. Ridono di gioia sotto il sole, cerchio radioso che le nuvole bambine fanno correre a colpi di raggi nelle liete praterie azzurre del cielo. Ta ta ta ta ta

«Dalla villa staccasi una specie di molo naturale fatto di grossi massi anneriti dal tempo, sui quali vanno spesso i ragazzi dei pescatori a specchiarsi nell'acqua, quando la marea è più bassa, in cerca di conchiglie e di frutti di mare; e mentre scrivo vedo Ezio che va a raggiungere un sassolone sporgente a foggia di sedia curule, dove suol passare molte ore, solo, quasi prigioniero del mare, a capo nudo, sotto il raggio carezzevole del sole, colla faccia rivolta allo sconfinato specchio delle acque di cui sente i mobili bagliori balzellargli sul viso, esposto agli sbuffi delle brezze che gli portano ora gli acri odori del pesce, ora il profumo tiepido dei giardini, ora il fiato resinoso di un vicino cantiere di cui sentiamo i tonfi dei martelli sulle stive sonore misto al grido dei fanciulli che giocano sulla spiaggia.

Rafele e Cicciariello, seduti sulle tavole di un letto, giocano a carte e fumano. Federico 'o pittore e Totonno seggono sulle tavole di un altro letto: il secondo stende il braccio destro denudato e il primo glie lo va tatuando con un ago e col nerofumo. Il ragazzo Luigiello, accosto ad essi, osserva curiosamente l'operazione.

SANTINA. Digli ch'io trovi finito lo staglio quando ritorno. NEPITA. Non bisogna dircelo, ché giocano a chi piú fa. Ma Fioretta lavora tanto gagliardo che Cleria gli cede e si per vinta. SANTINA. Dille che si serrino dentro e ponghino il chiavistello. NEPITA. Ce l'han posto. SANTINA. Non ci l'ho inteso entrare. NEPITA. Ci è dentro, vi dico. SANTINA. Or esco con animo quieto. Tu sali su.

Parola Del Giorno

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