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Aggiornato: 17 giugno 2025
Tra quei giovani, uno fermò specialmente la sua attenzione, un biondo con occhi cerulei; si chiamava Adolfo Gianella, era impiegato in una banca e possedeva qualche po' di terra in provincia di Vicenza. Parlava poco, vigilava gli amici, ascoltava, serrando le labbra, i madrigali ch'essi rivolgevano alla giovinetta; e sopra tutto, pareva noiato e diffidente per la presenza di Filippo.
La mamma dava le notizie della famiglia Gianella e di Adolfo, che seguitava a mangiare e a parlar di suicidio. La mamma non malediceva, non rimproverava, non faceva minacce; era sola, e tra le righe delle lunghe lettere si poteva leggere l'espressione dell'unico desiderio di lei, che la figlia tornasse, che la solitudine finisse.
Quel suo fidanzato è molto antipatico! disse un giorno Filippo a Loredana. Perchè mi guarda sempre di sottecchi, e scappa appena giungo io? Non potrebbe trattare da persona educata? Adolfo Gianella voleva togliere di mezzo Filippo: la presenza di quest'ultimo, le sue cortesie e la sua assiduit
La comparsa di quel giovanotto biondo con gli occhi cerulei gli aveva fatto sentire che un giorno Loredana gli sarebbe stata tolta per sempre e ch'egli non avrebbe potuto nulla per impedire una cosa tanto semplice e tanto grave, poichè non aveva intenzione di sposare la fanciulla, d'affrontare una lotta con la propria famiglia, con la madre, con le sorelle e coi cognati.... Loredana avrebbe appartenuto ad Adolfo Gianella, impiegato di banca e piccolo possidente.
Per ciò, la visita della Teobaldi le era gradita, perchè sembrava gradita a Loredana; ma non le piaceva che si dovesse fingere innanzi al Gianella, come se la Teobaldi fosse venuta per tramar qualche intrigo. Lei non è di Venezia? domandò Adolfo a Clarice. No; ma conosco bene la citt
Gianella dice che questo tuo scienziato era un avaro dannato, che non regalava mai un soldo di mancia a nessuno; ma non è necessario che tu lo dica nel tuo elogio. Dirai anzi il contrario, che aveva le mani buche, che aiutava i poverelli. Si dicon tante bugie per i vivi, che si può dirne una anche per un morto.
Loredana tornò da Filippo, gli strinse le mani, mentr'egli la baciava ancora sulla bocca. Pensaci! ripetè Filippo. Ella fece un gesto vago e scomparve, per chiudersi nella sua cameretta. Adolfo Gianella saliva le scale, e Filippo udendone il passo, diceva con la signora De Carolis: Mi dispiace molto che la signorina sia indisposta; spero non sar
Del resto Gianella mi ha anche detto che il tuo scienziato era sordo come una campana; per cui gli puoi cantare anche l'Epistola che lui non sente lo stesso.
Altro che viva! Si dice anzi che ieri, dopo soli tre giorni, sia andata dal Cabrino a ballare. Un barlume di sospetto che il suo compagno d'arte si burlasse di lei, passò negli occhi sorridenti della Gianella. Per bacco! Dieci? Saranno ben piccini. Ma che! rispose l'altro colla più imperturbabile seriet
Dietro i vetri d'una finestra, Loredana aveva seguito le fasi dello spettacolo immondo, e tra i curiosi, in un gruppo di scialletti che spiccavano sul colore meno intenso dei pastrani maschili, vide Adolfo Gianella il quale guardava in su, verso la casa. Me ne vado, annunziò Loredana. Addio, mamma; ho fretta! Baciò sua madre, infilò la pelliccia, corse per le scale, fu in istrada.
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