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Sono io che ho accolto qui tua madre e il tuo padrigno; sono io che t’ho trattenuta qui, che t’ho impedito d’andartene e di fare una follia inutile; sono io che in queste settimane ho vigilato per evitare ogni urto increscioso, ogni eccesso odioso. Non ho dunque dubitato di addossarmi un carico, per quel che accade, per quel che può accadere; mi sottraggo. Mortella. È giusto. Giana.

La donna si muove, inquieta, piena del suo dèmone, con il metallo della voce appannato dal sogno ma pur sempre affilato dall’ironia. Giana. Il tempo, la solitudine, la demenza, la santit

Giana! Giana! Rapidissima, la donna si risolleva e mette il piede su l’arme rimasta a terra, nascondendola. Così, diritta, attende in silenzio. Gherardo Ismera s’avanza, sta per salire i gradi; e ancora lo scuro della sera l’inganna, che egli ripete per la terza volta il nome. Giana! Scorgendo la donna su la terrazza, ha un sussulto improvviso e si arresta. Costanza. Non è Giana qui.

Giana s’è alzata, s’è appressata alquanto; e segue con attenzione la vicenda. Qualcosa di ardente e di pugnace sembra aguzzare il suo viso misterioso, quasi che nell’aria ella respiri un rischio incognito.

Nessuno ha mai voluto andare al fondo della tua pena. D’altronde, tu ti sei chiusa, ti sei messa in disparte a covare il tuo male. E c’è nella tua natura una fierezza e un disdegno che non conciliano la confidenza. Non hai un poco allontanato da te perfino tuo fratello? Mortella. Povero Bandino! Giana.

Giana mette un braccio intorno alla cintola di Mortella che ancóra guarda l’aria ov’è sparita la sua compagna e ancóra alza la mano come se la scorgesse all’estremit

Aspettalo, piuttosto. Una pausa. Tutta la casa è silenziosa, come senza respiro. Non s’ode se non il romore eguale della pioggia primaverile sul giardino nerissimo. Mortella. Ascolta: ti domando d’essere una buona sorella per me, in questo momento, in estremo. Sembra di nuovo sopraffatta dalla commozione. Giana.

La sognante si scuote a un tratto e si scioglie dal braccio della cognata, non contenendo il suo sgomento e la sua agitazione. Mortella. Che dici? Chi è venuta? Giana. Tua madre. Mortella. Mia madre? Giana. . Mortella. Quando? Giana. Or ora. Mortella. All’improvviso? Giana. È certo una sorpresa che ci fa Bandino, per forzare gl’indugi.

Vuoi che parliamo un poco, seriamente? Mortella. Parliamo. Giana. Seriamente e apertamente, come due sorelle leali? Mortella. «Lealt

Tutto questo tempo, non ha fatto che sospirare e rammaricarsi. Tu lo sai. Ora, giacché la rovina è riparata e il vecchio focolare è riacceso, a tutt’e due sembra venuta l’ora di ricostituire la santa famiglia. Mortella. E tu consenti? La fortuna è tua. Non sei tu la padrona qui? Giana. Hai il tono crudo. Un’estranea piuttosto. Mortella.