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Aggiornato: 31 maggio 2025
Un volto schifoso di gesuita, che il vetro di una bottiglia aveva solcato, rivolto ad un suo compagno di malvagit
Le femmine, accese anch'esse di spirito bellicoso, non vogliono più sapere di sottane, abbenchè noi siamo i veri liberatori d'Italia.» «Trovato!» esclamò il Gesuita, scintillando di lascivia e di vino, e radiante per il concetto infernale, che finiva di solcargli la mente, gettò la destra sul calice pieno, e dopo di averlo tracannato d'un sorso, così continuò!
E la bellezza dell'opera d'arte fa fin dimenticare quel po' che può esservi di molto spiacevole per un italiano. Quanti italiani sono, contro la loro patria e i loro compatriotti assai più ingiusti e più sgarbati di questo bravo gesuita spagnuolo! ¹ Eugenio de Castro, Belkiss regina di Saba, D'Axum e del Hymir, traduzione dal portoghese di Vittorio Pica, preceduta da un saggio critico.
Due minuti dopo, un lacchè, seguito da due gentiluomini con una chiave d'oro sul dorso, portò sur un vassoio d'oro una tazza di porcellana ripiena di cioccolatte. Il personaggio la prese, e di un gesto ordinò a quella gente di uscire. Il gesuita restava sempre impiedi, vicino alla porta.
Noi abbiamo visto spessissimo, sullo stesso Molo, da un canto il Filosofo insegnare, dall'altro Rinaldo raccontare le imprese dei Cavalieri, in un angolo Pulcinella e Colombina sbizzarrirsi alle farse le più spiritose, e lì lì da presso un gesuita o un liquorista, salito sur un banco, predicare l'inferno od il giudizio finale.
Ma voi dovreste pur ricordare che tutto ciò che siete ora, non è merito del vostro ingegno, sibbene di chi ha preso a proteggervi. E l'ho io mai negato? chiese il giovine, non giungendo ancora ad intendere dove volesse andare il gesuita.
Ci ho troppi debiti con Vossignoria.... E poi, so bene come s'abbiano a maneggiare queste faccende. Benissimo, ora andate con Dio, e a rivederci stanotte. Con queste parole il gesuita accomiatò il suo aiutante, e se ne tornò a passeggiare per la camera, stropicciandosi le mani.
Il gesuita seguiva in silenzio. Arrivati in una galleria dove si aprivano più porte, il padre d'Ebro s'inchinò profondamente dietro il personaggio che lo precedeva, quasi per pigliare commiato da lui. Allora questi si volse e gli fe' segno di continuare a seguirlo. Il gesuita girò il manubrio della porta.
Egli la guardò stupefatto; indi, mutato argomento, proseguì: Mi avete scritto di venire da voi. Avevate qualcosa a dirmi? Sì; rispose ella con un fil di voce, mentre il suo cuore, sentendo avvicinarsi il gran punto, si gonfiava per la commozione. Della fanciulla, forse? chiese il gesuita. Sì. Come va ella? Oh, molto meglio!
Ah sì, lo avevo dimenticato! ringhiò con accento di profonda amarezza il gesuita. E senza badare alle buone creanze, si diede a passeggiare concitato nel salotto, collo sguardo basso, i denti stretti e i pugni chiusi sul petto, come un lottatore che si prepari alla riscossa.
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