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Secondo le intenzioni del poeta, Sofesamin rappresenta la saggezza, l'esperienza della vita. Ma Belkiss ha ragione di non dar retta ai suoi consigli, perchè l'unica esperienza di cui si può, qualche volta, trar profitto è soltanto la propria.

Contro ogni intenzione del poeta, Sofesamin il savio, il quale ha in fondo agli occhi una luce che deve servire per allontanare gli altri dai pericoli in cui stanno per cascare, e che gli fa vedere chiare quelle cose che dovrebbero essere sempre scure, (luce che non dee far piacere a lui stesso, se quando ne ragiona gli sfugge la esclamazione; Oh! la povera anima mia!); contro ogni intenzione del poeta, questa severa figura diventa ridicola. Quando la regina è ospite di Salomone (gli ammonimenti di Sofesamin non han potuto impedire che la capricciosa e isterica Belkiss mettesse in atto il viaggio a Gerusalemme) egli vorrebbe impedire che Salomone penetri nelle camere di Belkiss; e fa la guardia davanti l'uscio della regina, ma non così oculatamente che ella non n'esca scalza, coi capelli sciolti, tutta vestita di bianco e che non vada dal re, seguendo la traccia dei gigli sparsi sul pavimento, come il re le aveva indicato. Così mentre il Savio sta dietro l'uscio delle vaste camere di Belkiss a filosofare: Poveri ciechi! Poveri sordi! Andate verso la felicit

Non ne ho il testo per le mani, e la trascrivo quale è stata recentemente tradotta da Vittorio Pica, nel suo studio premesso alla Belkiss, poema drammatico simbolista del giovane poeta portoghese Eugenio De Castro. Descrive l'istante in cui apparve al poeta l'Amata.

La vera potenza della fantasia poetica si manifesta nella creazione di persone vive che la storia poi registra nello stato civile dell'arte; e l'amico Pica sa meglio degli altri, che c'è voluto certamente maggior potenza d'immaginazione per mettere al mondo don Abbondio che non per profondere attorno ai fantasmi di Belkiss e di Sofesamin tutti i colori orientali ed africani.

E la bellezza dell'opera d'arte fa fin dimenticare quel po' che può esservi di molto spiacevole per un italiano. Quanti italiani sono, contro la loro patria e i loro compatriotti assai più ingiusti e più sgarbati di questo bravo gesuita spagnuolo! ¹ Eugenio de Castro, Belkiss regina di Saba, D'Axum e del Hymir, traduzione dal portoghese di Vittorio Pica, preceduta da un saggio critico.

Io non so chi sia il valoroso critico francese citato dal Pica che chiamando un pur chef-d'-oeuvre questa Belkiss del De Castro, non ha dato una bella prova d'intelligenza; e ammiro l'arguta riserbatezza con cui il Pica lo avverte di aver dimenticato una spirituale legge, un po' crudele forse ma non del tutto ingiusta, secondo la quale, prima di chiamar capolavoro un'opera d'arte, bisogna lasciar che il tempo vi deponga su la sua lucida p