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Aggiornato: 27 luglio 2025


Signora, prosegue Angiolina prorompendo in pianto; conviene egli alle gentildonne straziare così la fama di una povera inferma?

DON FLAMINIO. Chi Carizia? non l'ho intesa mai nominare. DON IGNAZIO. Carizia, figlia di Eufranone. DON FLAMINIO. Forsi volete dire una giovenetta che nella festa de' tori comparve fra quelle gentildonne con una sottana gialla? DON IGNAZIO. Quella istessa. DON FLAMINIO. E questa è quella tanto onesta e onorata? DON IGNAZIO. Quell'istessa.

SIMBOLO. Tutto ciò sapeva bene, ché son stato a' vostri servigio DON IGNAZIO.... Or ei, volendo rallegrare la citta di Salerno sotto il suo governo, il carnescial passato ordinò giochi di canne e di tori in piazza per i gentiluomini, e un sollenne ballo nella sala di Palazzo per le gentildonne.

Quando ritornò in , la chiesa era vuota. Restavano soltanto presso a lei alcune pietose gentildonne, che le avevano spruzzato il viso d'acque nanfe e lo prodigavano le più sollecite cure. Lo svenimento di madonna Fiordalisa era stato attribuito al caldo soffocante che aveva prodotto nella chiesa quella calca straordinaria di persone.

Il contrasto, che era fra le due parti della sua vita, la turbava, mentre, tenendo in mano quella lettera, passava per le più belle strade di Napoli, e ogni tanto alzava il capo, sorrideva, per rispondere ai sorrisi che le inviavano le gentildonne sue amiche da' loro equipaggi, a saluti ossequiosi fattile da' molti signori, ch'ella man mano veniva incontrando.

DON IGNAZIO. Non vi ho io dimandato piú volte se in quel giorno della festa vi fusse piaciuta alcuna di quelle gentildonne, e mi dicesti di no? DON FLAMINIO. Era cosí veramente; ma essendomi offerta costei con mio poco discomodo, me ce inchinai. LECCARDO. Signor don Flaminio, Carizia v'aspetta agli usati piaceri, e che le perdoniate se vi ha fatto aspettar un poco.

Ma torniamo alle nostre gentildonne in casa Torre Vivaldi. La signora Maddalena Torralba era anche essa degna di ammirazione, per quei suoi grandi occhi azzurrognoli, per le carni del color del latte, per la soavit

Passò qualche giorno ancora: nell'estremo autunno di quell'anno, non so in qual occasione, in Roma si diede una festa notturna con luminarie e danze ed altre tali cose. Venne la notte; il fiore dei gentiluomini e delle gentildonne romane, si raccolsero nelle ampie sale del Palazzo Aurelio. La duchessa Elena, usa a far sempre la prima figura in quell'occasioni, non ci poteva mancare.

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