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Aggiornato: 17 giugno 2025
12 Ma Fortuna di me con doppio dono mostra d'aver, quel che non hai tu, cura: mandommi il fratel mio, col quale io sono sin qui venuta del mio onor sicura; ed or mi manda questo incontro buono di te, ch'io stimo sopra ogni aventura: e bene a tempo il fa; che più tardando, morta sarei, te, signor mio, bramando.
Non minor gaudio n'ebbe il re, ch'avesse de la figliuola liberata inante. Seco pensò che mai non si potesse trovar un più fedele e vero amante; che dopo tanta ingiuria, la difesa di lei, contra il fratel proprio, avea presa. La duchea d'Albania ch'al re tornava dopo che Polinesso ebbe la morte, in miglior tempo discader non puote, poi che la dona alla sua figlia in dote.
Il Morone si fermò di botto in faccia al Corvino, pensò un momento, poi disse: E che cosa basterebbe l'animo di fare a questo fratel vostro? Quel che può fare un uomo che è sostentato dall'ira, e che non bada a rovinar sè per salvare altrui. La buona volont
26 Era l'un sano e pien di nuovo sdegno, infermo l'altro, ed all'usanza amico: sì ch'ebbe il fratel mio poco ritegno contra il compagno fattogli nimico.
8 Contra il fratel d'ira minor non arse, che per Ginevra gi
Gabriella fremette. Ohimè! che cosa avrete voi pensato della sposa di Federico, del fratel vostro? Nessuno mentiva meglio di quella donna; possedeva tutte le doti che illudono, che ingannano, e sapeva piegarsi a tutto.
72 Di Buovo era costui figliuol bastardo, fratel di Malagigi e di Viviano; chi legitimo dice di Gherardo, è testimonio temerario e vano. Fosse come si voglia, era gagliardo, prudente, liberal, cortese, umano; e facea quivi le fraterne mura la notte e il dì guardar con buona cura.
"È vuoto il nido tuo.... è vuoto il mio: La speranza non più nel cor accende Garrule gioie e lieti amori in questa Notte del viver nostro; indarno splende La danza delle stelle... In nota mesta Al tuo risponde il mio querelar pio. "Ma se un raggio di giubilo non splende, Ci conforti, fratel, il cantar pio, Che rompe il duolo della notte mesta.
25 E come quel ch'avea il paese noto, lo giunse che non fu troppo lontano; che 'l mio fratello, debole ed egroto, senza sospetto se ne gìa pian piano: e brevemente, in un loco remoto pose, per vendicarsene, in lui mano. Non trova il fratel mio scusa che vaglia; ch'in somma Argeo con lui vuol la battaglia.
Per la quale, pregandone Iddio che di ciò vendetta per lui ne facesse, cotale addivenne che subitamente di grandissima moltitudine d'orsi nel paese appariti, divorandogli eran morti, e così con gli orsi sua vendetta si fece. Chi è in quel fuoco che vien sì diviso Di sopra, che par surger della pira Dov'Eteocle col fratel fu miso?
Parola Del Giorno
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