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Aggiornato: 30 aprile 2025


24 Il tuo compagno ha l'onor mio distrutto: questo corpo per forza ha violato; e perché teme ch'io ti narri il tutto, or si parte il villan senza commiato. In odio con quel dir gli ebbe ridutto colui che più d'ogn'altro gli fu grato. Argeo lo crede, ed altro non aspetta; ma piglia l'arme e corre a far vendetta.

Ella, che 'l ver fin a quell'ora tacque, vuol che Filandro a riveder ne vada col lume in mano il morto ond'egli è reo: e gli dimostra il suo compagno Argeo.

38 Se ne va in questa e in quella parte errando, e volteggiando al suo castello intorno, pur per veder se credulo Morando volesse far, come solea, ritorno. Stava il tutto alla foresta; e quando ne la marina vedea ascoso il giorno, venìa al castello, e per nascose porte lo togliea dentro l'infedel consorte. 39 Crede ciascun, fuor che l'iniqua moglie, che molte miglia Argeo lontan si trove.

14 Quivi divenne intrinseco e fratello d'un cortese baron di quella corte, che nei confin di Servia avea un castello di sito ameno e di muraglia forte. Nomossi Argeo colui di ch'io favello, di questa iniqua femina consorte, la quale egli amò , che passò il segno ch'a un uom si convenia, come lui, degno.

Pervenne Argeo, senza pur dare un crollo, de la misera vita al fine amaro: e tal l'uccise, che mai non pensollo, mai l'avria creduto: oh caso raro! che cercando giovar, fece all'amico quel di che peggio non si fa al nimico. 50 Poscia ch'Argeo non conosciuto giacque, rende a Gabrina il mio fratel la spada. Gabrina è il nome di costei, che nacque sol per tradire ognun che in man le cada.

Ecco Fortuna, al mal propizia, diede a questa scelerata occasione di metter fin con memorabil male al suo cieco appetito irrazionale. 36 Antiqua nimicizia avea il marito con un baron detto Morando il bello, che, non v'essendo Argeo, spesso era ardito di correr solo, e sin dentro al castello; ma s'Argeo v'era, non tenea lo 'nvito, s'accostava a dieci miglia a quello.

48 Poi che la notte scelerata venne, fuor trasse il mio fratel con l'arme in mano; e ne l'oscura camera lo tenne, fin che tornasse il miser castellano. Come ordine era dato, il tutto avvenne; che 'l consiglio del mal va raro invano. Così Filandro il buon Argeo percosse, che si pensò che quel Morando fosse. 49 Con esso un colpo il capo fesse e il collo; ch'elmo non v'era, e non vi fu riparo.

17 Or, come avviene a un cavallier ardito, che cerca briga e la ritrova spesso, fu in una impresa il mio fratel ferito, molto al castel del suo compagno appresso, dove venir senza aspettare invito solea, fosse o non fosse Argeo con esso; e dentro a quel per riposar fermosse tanto che del suo mal libero fosse. 18 Mentre egli quivi si giacea, convenne ch'in certa sua bisogna andasse Argeo.

Dunque il tempo oportuno ella si toglie: al fratel mio va con malizie nuove. 40 E col mio quel del mio marito insieme, il qual se fosse qui, non temerei. Tu conosci Morando, e sai se teme, quando Argeo non ci sente, omini e dei. Questi or pregando, or minacciando, estreme prove fa tuttavia, alcun de' miei lascia che non contamini, per trarmi a' suoi desii, so s'io potrò aitarmi.

25 E come quel ch'avea il paese noto, lo giunse che non fu troppo lontano; che 'l mio fratello, debole ed egroto, senza sospetto se ne gìa pian piano: e brevemente, in un loco remoto pose, per vendicarsene, in lui mano. Non trova il fratel mio scusa che vaglia; ch'in somma Argeo con lui vuol la battaglia.

Parola Del Giorno

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