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Aggiornato: 2 luglio 2025
Comparve quindi Montoni, ma senza divisa. Esaminò scrupolosamente i cavalieri, conversò a lungo co' capi, e quando li ebbe salutati, la truppa fece il giro del cortile, e, comandata da Verrezzi, passò sotto la vôlta ed uscì. Emilia si ritirò dalla finestra, e nella certezza di esser più tranquilla, andò sui bastioni: non vide più lavoranti, ed osservò che le fortificazioni parevano ultimate.
Parlò prima della sua famiglia. La madre di suo padre era candiota, e suo padre Francesco Zola, di Treviso. Dopo la pubblicazione dell'Assommoir egli ricevette dal Veneto parecchie lettere di parenti lontani che non conosceva. Parlò con amore di suo padre. Era ingegnere militare nell'esercito austriaco; era assai colto; sapeva lo spagnuolo, l'inglese, il francese, il tedesco; pubblicò vari scritti scientifici, che lo Zola conserva, e ce ne mostrò uno con alterezza. Non ricordo in che anno, ma ancora assai giovane, lasciò il servizio militare e si mise a far l'ingegnere civile. Andò in Germania, dove lavorò alla costruzione d'una delle prime strade ferrate; poi in Inghilterra, poi a Marsiglia, donde fece varie escursioni in Algeria, sempre lavorando. Da Marsiglia fu chiamato a Parigi per le fortificazioni. Qui si ammogliò e qui nacque Emilio Zola, che rimase a Parigi fino all'et
Una tortuosa via di pietre dalla valle scorge all'antemurale ed alla uscita estrema: da questa trascorrendo fra le fortificazioni per rapido sentiero, si giunge al secondo ingresso, da cui sassosa scala mette all'inespugnabile Rocca. Sopra la sua ferrata porta si spinge al cielo l'alta torre che orgogliosa per intangibili mura, insulta agli anni ed all'et
Un grido delle guide fissò la loro attenzione. Un servo tornò ad annunciare la scoperta della strada; si affrettarono dunque raggiungerle salendo un angusto sentiero in mezzo ai cespugli ed ai rovi. Dopo molta fatica, ed anche con pericolo, giunsero sullo spianato. Alcune torri rovinate, circondate da un grosso muro, si offersero ai loro sguardi. L'esteriore di quell'edifizio annunziava un totale abbandono; ma il conte, conservando tutta la sua prudenza, disse sottovoce: «Camminate piano finchè abbiamo esaminato questi luoghi.» Si trovarono tosto in faccia ad un'immensa porta rovinata. Dopo qualche incertezza penetrarono in un recinto dove sorgea il fabbricato. Riconobbero allora che non era un semplice posto, ma un'antica fortezza abbandonata, di stile gotico; le sue torri erano enormi e le fortificazioni in proporzione. L'imponenza dell'edifizio risaltava ancor più per la rovina e la degradazione dei muri quasi distrutti, e pel disordine delle macerie sparse qua e l
Il basso fondo della valle è così stretto da non lasciare altro spazio che al corso rapidissimo dell'Adda e ad un'unica strada carreggiabile che la costeggia fino a piccola distanza da Bormio, ove volge a sinistra per salire allo Stelvio. Bormio, ora poco popolato, fu un punto importante cinto di fortificazioni, avanzo delle quali sono le sue antichissime torri.
Il Governo di Bologna, fidando unicamente nelle promesse dell'estero, aveva rinunziato, non all'offesa soltanto, ma alla difesa. La proposta d'ordinare una milizia era stata rigettata. Le fortificazioni d'Ancona non erano state riattate. Il progetto di Zucchi che, giunto a Bologna, aveva ordinato la formazione di sei reggimenti di fanteria e di due di cavalleria era stato attraversato.
Proseguiamo verso ovest, poi giriamo a sud-ovest; ritorna il carattere delle alture abissinesi a profilo orizzontale e scendenti a scaglioni simili a fortificazioni; poca vegetazione, pascoli meno verdeggianti e poche acacie. In un immenso bacino, sui pendii delle alture che lo determinano sono sparsi parecchi villaggi, e al centro sorge un'altura isolata, quasi un cono tronco.
Era quindi una specie di stabilimento di correzione militare che si trattava di istituire, realizzando con esso due vantaggi precipui: quello cioè di purgare i corpi dai soggetti più pericolosi e di impiegare la loro mano d'opera nei restauri delle fortificazioni e delle caserme a prezzo più conveniente della mano d'opera borghese.
Cito ancora una volta, come termine di confronto, la Spagna, che ha inviati parecchi cannoni delle sue fonderie, e molti modelli di fortificazioni, campi trincerati, cantieri, bacini, arsenali, eseguiti in notevoli dimensioni e con una accuratezza superiore ad ogni elogio, dalla sua Academia de Ingenieros del Ejército.
Dopo la vittoria riportata da Menotti a Monte Maggiore, respingendo, gli zuavi del papa, il campo dei garibaldini giungeva fino a Monte Libretti, a poche miglia da Roma. La presenza di Garibaldi, che alcuni giorni prima era giunto fra i volontari, aveva infuso nuovo spirito in quei valorosi, ed essi si accingevano all'ultimo attacco. Però le fortificazioni dei pontificj non permettevano ai garibaldini di avanzarsi colla celerit
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