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Aggiornato: 25 maggio 2025
Tranne il prete ed il paggio, una lampada di oro che oscillava, ed una polvere di oro, che formicolava in quel raggio di sole guizzato al di dentro, nulla movevasi, nè dava segno di vita. Il rumore indietreggiava, pieno di riverenza o di paura. Un inginocchiatoio, coverto di velluto cremisi, a fiordalisi, indicava che qualcuno doveva venire. Poi, non una sedia, non una panca per chichessia.
E veramente: in quella povera Venezia, surta appena dalla tirannide straniera, formicolava ancora gran parte di quella canaglia, che rende il despotismo possibile, vendendo l'anima a quattrini e molta se ne poteva distinguere da occhio esperto frammischiata al buono ed onesto popolo.
Una folla di signore formicolava pei viali, frotte di operaie passavano nel ponte, ferveva il lavoro sui bastimenti, sonava una banda musicale nascosta tra gli alberi, il fiume era color di rosa, l'aria odorava di fiori, il cielo pareva tutto in fuoco.
La regata doveva cominciare alle cinque pomeridiane, ma fin dalle quattro il piano nobile del palazzo formicolava di dame e di cavalieri, e il conte Zaccaria col pomposo genero a fianco conduceva in giro per l'appartamento tre o quattro austriaci d'alto affare, duri, impettiti, coperti di decorazioni. Era un bel palazzo davvero quello ch'egli mostrava a' suoi ospiti, uno di quegli edifizi maestosi e leggiadri ad un tempo di cui gli architetti moderni hanno perduto il segreto. Stile del classicismo avviato alla decadenza, lo dicono le Guide, e ne attribuiscono la costruzione al Sansovino o a uno dei suoi discepoli. Cinquant'anni fa, esso era anche uno dei pochi palazzi veneziani che nell'interno serbassero il carattere primitivo. Dalle travi dello spazioso androne pendevano due grandi fanali che avevano gi
A Porta Nuova i palchi si moltiplicavano sotto il bastione che è ora il quartiere de’ Carabinieri, e la gente pullulava, formicolava sopra e di fronte a questo, in alto, sotto i portici, sulla terrazza, fin sopra il cupolino della Porta, dove bandiere ed orifiamme sventolavano.
Alla notte, per paura che mi andassero nelle orecchie, o su per il naso, o in bocca, fui costretto ad alzarmi. Il letto ne formicolava. Potevo coglierle a manate al buio. Sdraiato non mi lasciavano quieto. Le mie mani precipitavano sulle gambe, sul petto, e le rincorrevano per il corpo senza riuscire mai a liberarmene. Come erano spietate le cimici del carcere giudiziario di Genova!
Come si fu un tal ordine diramato ai capi agitatori, corsero dessi a darne gli avvisi ai loro cagnotti, a fermare gli accordi, a fissare le poste, a dispensare le armi. Roma nelle ore pomeridiane di quel dì formicolava di sgherri forastieri misti a bordaglia, che mai non manca in popolose citt
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