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Aggiornato: 25 giugno 2025


Bolle il sangue a Marfisa, e le d'urto nella pia-madre, e quasi esce dal cerchio, siccome il brodo nel paiuol ch'è surto pel troppo foco e spinge insú il coperchio. Un uomo, a cui vien fatto il maggior furto, che ha gran famiglia e nulla di soperchio, non ha metá dolor di quel che prova Marfisa, che il pidocchio alfin ritrova.

Poi, come ’l foco movesi in altura per la sua forma ch’è nata a salire l

e vederai color che son contenti nel foco, perché speran di venire quando che sia a le beate genti. A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a ciò più di me degna: con lei ti lascerò nel mio partire; ché quello imperador che l

7 Guardatevi da questi che sul fiore de' lor begli anni il viso han polito; che presto nasce in loro e presto muore, quasi un foco di paglia, ogni appetito.

Tu di flutti e d'abissi il tuo codardo Regno precidi, o ver di lidi avari Inciampo opponi periglioso e tardo; Ed ei co 'l foco dei tuoi falsi altari, Con l'onda tua nei suoi congegni occulta, Fa mari i monti, e fa montagne i mari. Che stai? Schiava a le tue leggi, sepulta Ne l'ira tua tu cadi; al tuo governo Egli si asside, e ai tuoi disdegni insulta Libero, invitto, onnipossente, eterno!

Clelia si acconciava a malincuore all'idea di doversene stare immobile per un pezzo il suo corpicino era tutto foco. Lo vedi, mi disse ella oggi non posso star ferma, sono una pazzerella il signor Eugenio dir

Ora cen porta l’un de’ duri margini; e ’l fummo del ruscel di sopra aduggia, che dal foco salva l’acqua e li argini. Quali Fiamminghi tra Guizzante e Bruggia, temendo ’l fiotto che ’nver’ lor s’avventa, fanno lo schermo perché ’l mar si fuggia;

Questa fu la cagion che diede inizio loro a parlar di me; e cominciarsi a dir: «Colui non par corpo fittizio»; poi verso me, quanto potëan farsi, certi si fero, sempre con riguardo di non uscir dove non fosser arsi. «O tu che vai, non per esser più tardo, ma forse reverente, a li altri dopo, rispondi a me che ’n sete e ’n foco ardo.

ogni basso pensier spento in noi giacque, e un dolce foco, e un bel disio celeste, quel primo ch'a noi gli occhi volgeste, ne le nostre alme alteramente nacque. Fortunate sorelle di Fetonte, ch'udir potranno a le lor ombre liete, i dotti accenti che vi ispira Euterpe! Potess'io pur con rime ornate e pronte com'è 'l disio, dir le virtù ch'avete! Ma troppo a terra il mio stil basso serpe.

O detestabil secolo, qual immanitá l'ha impulso a cosí facinoroso atto? Un insolente fanciullo con nefario áuso attacca a me nella posterga parte i scoppicoli di pagina ignivomi, fumivomi, e mi in preda del foco! a me tanto nemico e prosequente, che in tanto pavore prolapso sono che non è atomo in me che non tremi, e lo spirito par che voglia migrare!

Parola Del Giorno

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