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Aggiornato: 25 giugno 2025
Fuor de la fiamma stava in su la riva, e cantava ‘Beati mundo corde!’ in voce assai più che la nostra viva. Poscia «Più non si va, se pria non morde, anime sante, il foco: intrate in esso, e al cantar di l
Era in lui un'inesplicabile inquietudine, un desiderio insistente di stancarsi, una malìa acuta e crucciosa, che talora gli accendeva le guance smorte di un foco improvviso ed altre volte gli velava repentinamente gli occhi di pianto. Contro questo stato d'animo il Sant'Angelo volle reagire.
Ma se per poco voi diffidate, vi spegne il foco.... Ahimè! badate. Le Fanciulle
vid'io cosi` piu` turbe di splendori, folgorate di su` da raggi ardenti, sanza veder principio di folgori. O benigna vertu` che si` li 'mprenti, su` t'essaltasti, per largirmi loco a li occhi li` che non t'eran possenti. Il nome del bel fior ch'io sempre invoco e mane e sera, tutto mi ristrinse l'animo ad avvisar lo maggior foco;
e vederai color che son contenti nel foco, perché speran di venire quando che sia a le beate genti. A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a ciò più di me degna: con lei ti lascerò nel mio partire; ché quello imperador che l
Prego il Cielo che i maccheroni diventino strangulatori, e il vino foco. PEDANTE. Non vidi hominem di maggior pasto né di minor fatica di te. CAPPIO. Ecco il Cerriglio; battete e vi sará aperto. LARDONE. Tic, toc, tic. TEDESCO. Chi battere le porte delle nostre ostellerie? PEDANTE. Tito Melio Strozzi gimnasiarca! TEDESCO. Non capire tante gente le nostre ostellerie.
56 De la gran preda il Tartaro contento, che fortuna e valor gli ha posta inanzi, di trovar quel dal negro vestimento non par ch'abbia la fretta ch'avea dianzi. Correva dianzi: or viene adagio e lento; e pensa tuttavia dove si stanzi, dove ritruovi alcun commodo loco, per esalar tanto amoroso foco.
I’ dissi lui: «Quanto posso, ven preco; e se volete che con voi m’asseggia, faròl, se piace a costui che vo seco». «O figliuol», disse, «qual di questa greggia s’arresta punto, giace poi cent’ anni sanz’ arrostarsi quando ’l foco il feggia. Però va oltre: i’ ti verrò a’ panni; e poi rigiugnerò la mia masnada, che va piangendo i suoi etterni danni».
Vedrassi la lussuria e 'l viver molle di quel di Spagna e di quel di Boemme, che mai valor non conobbe ne' volle. Vedrassi al Ciotto di Ierusalemme segnata con un i la sua bontate, quando 'l contrario segnera` un emme. Vedrassi l'avarizia e la viltate di quei che guarda l'isola del foco, ove Anchise fini` la lunga etate;
«Io fui d’Arezzo, e Albero da Siena», rispuose l’un, «mi fé mettere al foco; ma quel per ch’io mori’ qui non mi mena. Vero è ch’i’ dissi lui, parlando a gioco:
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