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Aggiornato: 25 giugno 2025
LELIA. Dico ch'è il cuore che mi duole. FLAMMINIO. Ed a me, forse, molto piú. Tu hai perduto il colore. Vattene a casa: e fatti scaldare qualche panno al petto e far qualche frega dietro alle spalle; ché non sará altro. Io sarò or ora lá e, bisognando, farò venire il medico che ti tocchi il polso e vegga che male è il tuo. Dá' qua, un poco, il braccio. Tu sei gelato. Orsú! Vattene pian piano.
FLAMMINIO. Come vedesti? CRIVELLO. Vegliando, con gli occhi aperti, stando a vedere né avendo a far altra cosa che mirare. FLAMMINIO. Se questo è vero, tu m'hai morto. CRIVELLO. Questo è vero. Lo chiamò, se gli accostò, l'abbracciò, lo basciò. Or, se tu vuoi morir, muore. FLAMMINIO. Non è maraviglia che 'l traditor negava di non esservi stato!
FLAMMINIO. Oh! Ridimelo un'altra volta. Questo che importa a te? LELIA. Oh! Che m'importa? Importami: ch'io veggo che voi ne pigliate dispiacere; il che cosí duole a me come a voi. Essendovi, com'io vi sono, servidore, non doverei cercare altro che di piacervi; ché, forse, di queste risposte ne volete poi male a me. FLAMMINIO. Non dubitar di questo, il mio Fabio, ch'io t'amo come fratello.
Ma, per quel Dio che s'adora, ch'io ti farò dire il vero o t'ammazzarò. Di' sú! Hailo veduto? CRIVELLO. Signor sí. FLAMMINIO. Baciolla? CRIVELLO. Baciârsi. FLAMMINIO. Quante volte? CRIVELLO. Due volte. FLAMMINIO. Ove? CRIVELLO. Nel suo ridotto. FLAMMINIO. Tu menti per la gola. Poco fa, dicesti in su l'uscio. CRIVELLO. Volsi dir vicino all'uscio. FLAMMINIO. Di' il vero! CRIVELLO. Ohi! ohi!
E, poi ch'Isabella ha lasciato me per lui, se l'ará come merita. Oh che bella lode d'una gentildonna par sua, innamorarsi d'un ragazzo! PASQUELLA. Uh! Non dite cotesto, ché le carezze ch'ella gli fa gli le fa per amor vostro. FLAMMINIO. Digli che ancora, un dí, se ne pentirá. Vo' che la si sfami di baciarlo. PASQUELLA. Eh sí! Mentre che 'l cane abbaia, il lupo si pasce. FLAMMINIO. Tu il vedrai.
CLEMENZIA. Che volete ch'io vi renda? FLAMMINIO. Il mio ragazzo che s'è fuggito in casa tua. CLEMENZIA. In casa mia non vi è servidor nissun vostro; ma sí bene una serva. FLAMMINIO. Clemenzia, e' non è tempo da muine. Tu mi sei stata sempre amica, ed io a te; tu m'hai fatti de' piaceri, ed io a te. Or questa è cosa che troppo importa. CLEMENZIA. Qualche furia d'amor sará questa. Orsú, Flamminio!
FLAMMINIO. Io non posso. Va' lá, ch'io te ne prego. LELIA. Io andarò; ma... FLAMMINIO. Torna con la risposta, subito. Io andarò fino in duomo. LELIA. Com'io veggo el tempo, non mancarò. FLAMMINIO. Fabio, se tu fai questa cosa, buon per te! LELIA. A tempo si parte, ché ecco Pasquella che mi viene a trovare. PASQUELLA fante di Gherardo e LELIA da ragazzo detto FABIO.
CRIVELLO. Che non è da fidargli cosí sempre la robba. Sí, ché gli è forestiero e potrebbe, un dí, caricarvela. FLAMMINIO. Cosí fidati fusse voi altri! Domanda un poco lo Scatizza, che è lá, se l'avesse veduto. E io sarò al banco de' Porrini. CRIVELLO. Scatizza, addio. Ha' tu veduto Fabio? SCATIZZA. Chi? quella vostra buona robba? Oh cagnaccio! Tu ti dái il bel tempo. CRIVELLO. Ove andavi?
LELIA. Io non voglio pensare al mal prima che venga. Quando cotesto fusse, ci pensarei e risolvereimi. CLEMENZIA. Che dirá la gente, quando questa cosa si sappia, cattivella che tu sei? LELIA. Chi lo dirá, se non lo dici tu? CLEMENZIA. E questo perché? LELIA. Ti dirò. Flamminio, com'io ti dissi poco fa, è innamorato d'Isabella Foiani e spesso spesso mi manda a lei con lettere e con imbasciate.
E piú ti dico, che tua figliuola è in casa di Clemenzia sua balia. VIRGINIO. O Dio, quante grazie ti rendo! CRIVELLO, FLAMMINIO e CLEMENZIA balia. CRIVELLO. Io l'ho veduto in casa di Clemenzia balia con questi occhi e udito con questi orecchi. FLAMMINIO. Guarda che fusse Fabio. CRIVELLO. Credete ch'io nol conoscesse? FLAMMINIO. Andiam lá. S'io 'l truovo... CRIVELLO. Voi guastarete ogni cosa.
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