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Aggiornato: 28 luglio 2025


Come voleva io cedervi un maschio per isposa a vostro figlio, qual voi credevate femina? e se ben mi ricordo, ve l'accennava con certe parole mezo scoverte; ma voi non la volevate intendere. Or che vi scuopro che sia maschio, il matrimonio ch'io vi domando è convenevole.

Non è alcuno simile a se stesso la neve alla neve l'uovo a l'uovo come è l'uno all'altro di costoro: tal che non so discernere chi di voi Lidio si sia; perché tu Lidio mi pari e tu Lidio pari, tu Lidio sei e tu Lidio sei. Ma io or ben la ritroverrò. Ditemi: è alcuno di voi innamorato? LIDIO maschio. . LIDIO femina. . SAMIA. Chi? LIDIO maschio. Io. LIDIO femina. Io.

Guarda se l'amica tua, o Lidio, fa il dovere. Non odi, Lidio? Che aspetti? Piglia, o Lidio. LIDIO femina. Eccomi. LIDIO maschio. Da' qua. SAMIA. Uh! uh! trista me! Aveva preso un granchio. Perdonami, messer. Volevo costui, non te. Addio tu. Tu ascolta. LIDIO femina. El granchio pigli tu ora. Parla a me. Licenzia lui. SAMIA. El vero di' tu. La smemorata! Erravo io. Va' sano. Tu vieni a me.

46 Ambi gioveni siamo, e di bellezza, che facilmente non troviamo pari. Qual femina sar

Fulvia, credendo che lo spirito abbi converso Lidio in femina, supplica che or maschio ti rifaccia e che te rimandi da lei. LIDIO femina. Be', che gli hai promisso? RUFFO. Che tutto subito si fará. FANNIO. Bene hai fatto. RUFFO. Quando vi tornerai? LIDIO femina. Non so. RUFFO. Tu rispondi freddo. Non vuoi tornarvi? FANNIO. Si fará, .

La moglie del re Nino ebbe disio, il figlio amando, scelerato ed empio, e Mirra il padre, e la Cretense il toro: ma gli è più folle il mio, ch'alcun dei loro. 37 La femina nel maschio fe' disegno, speronne il fine, ed ebbelo, come odo: Pasife ne la vacca entrò del legno, altre per altri mezzi e vario modo.

non sai tu, sciocco, che, s'io fo prova di me, paleso quel ch'io sono, me stessa offendo, Ruffo perde il credito ed essa scornata resta? Come vuoi che si faccia? FANNIO. Come, ah? LIDIO femina. Come, . FANNIO. Ove omini sono modi sono. LIDIO femina. Ma dove non sono se non donne, come saremo ella ed io, non vi sará giá il modo. FANNIO. Tu sei sul burlare, ? LIDIO femina. Su le berte sei tu.

FANNIO. Però certo è che Lidio nostro è quel che e' ci dice; e che è vivo; e che è qua. E quasi quasi mi par raffigurar costui esser Fessenio. LIDIO femina. Oh Dio! Tutto il core, per nuova tenerezza e letizia, mancar mi sento. FESSENIO. Ancor non son ben chiaro se sei tu Lidio o pur quella. Lassa che io meglio ti riguardi. LIDIO maschio. Saresti tu mai imbriaco?

Oh! oh! oh! amatoria credulitá! Oh! oh! Ecco Lidio e Fannio giá spogliati. RUFFO negromante, LIDIO femina, FANNIO servo. RUFFO. Vorrei che voi fusse ancor vestiti da donne. LIDIO femina. Perché? RUFFO. Per tornare da lei. Ah! ah! FANNIO. Di che cosí sconciamente ridi? RUFFO. Ah! ah! ah! ah! LIDIO femina. Di' : che hai? RUFFO. Ah! ah! ah!

PASQUELLA. Avete veduto che sia maschio? GHERARDO. , dico: ché, aprendo l'uscio a un tratto, egli s'era spogliato in giubbone e non ebbe tempo a coprirsi. PASQUELLA. Vedeste voi ogni cosa? Eh! Mirate che gli è femina. GHERARDO. Io dico che gli è maschio e bastarebbe a far due maschi. PASQUELLA. Che dice Isabella? GHERARDO. Che vuo' tu ch'ella dica? Svergognato a me!

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