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Aggiornato: 1 luglio 2025


NEPITA. Dunque sei giunto a quanto desiavi, sei felicissimo. ESSANDRO.... Ahi, che non fussi mai stato! Ho fatto come l'infermo che sempre appetisce quel che gli nòce. Pensava io miserello che, accostandomi a quello incendio onde tutto brugiava, la mia focosa brama fusse estinta; ma io mi sento piú acceso che mai.

CLERIA. Egli mi tocca? ESSANDRO. Ti abbraccia, ti bacia e ti vede sempre, e ha tanto piacer di vederti e di abbracciarti che mai simil ebbe; ed egli si terrebbe felicissimo se in quel punto fusse riconosciuto da voi. CLERIA. Scherzi, eh? ESSANDRO. Possa morir se scherzo. CLERIA. Perché dunque non mi si scuopre? ESSANDRO. Perché dubita. CLERIA. Di che dubita?

Raccolto in stesso, aspirò parecchie boccate di fumo, indi riprese: Ragazzi miei, se sapeste! L'uomo che non sa, è felice. Oh, tu.... sei felicissimo! T'inganni: pur troppo ho studiato: ho studiato al punto che arrivo a distinguere uno stivalino di donna da un principio di diritto costituzionale. Uno stivalino!

Ma Violet invece si mostrò felice di quest'idea e io fui felicissimo di sacrificarle il piacere mio più squisito. È fra le mie ultime gradite memorie la sconosciuta signora bruna, di sorprendente bellezza, che salì sul nostro vapore a Bonn. Non ricordo più affatto il suo viso, ma certo era impossibile non ammirare la sua grazia seducente, i suoi occhi mobili, parlanti e voluttuosi.

Ebbene, signorina, riprese Gino, felicissimo di aver da disputare un pochettino con lei, veda come la necessit

A quello non parve neppur vero di buscarsi venti lire per un povero cane da pastori, non più di primo pelo, e sviato oramai, che non gli avrebbe più fatto niente di buono. Buci, a farla grossa, non val dieci lire, come cane; come amico vale un Perù. È felicissimo del trapasso.

Nostro cugino Ruggero Guerri; disse il signor Francesco, presentando il nuovo ospite al vecchio. Felicissimo di conoscerlo; rispose Gino, che non si sentiva neanche felice. Ma così è, lettori miei: il superlativo, entrato nell'uso del discorso, ha perduta ogni virtù di significazione.

ALBUMAZAR. Eccolo, ponetelo in testa, e tenete in mano questa imagine marziale, impressa quando egli felicissimo ascendeva su l'orizonte nel segno d'Ariete di marzo, di martedi, all'ora prima di Marte, ché vi fará libero d'ogni male. PANDOLFO. Accetto volentieri la grazia che mi fate.

Così dicendo, Damiano lasciò i suoi amici di Haiti, felicissimo di essere stato interrotto dalla campana del cuoco. Qual cuoco, ohimè, un cuoco di bordo, e nelle navi d’allora!

CINTIA. Buona notte, Erasto, cuor mio! ERASTO. Veramente che voi sola potete darmi la buona e felicissima notte. CINTIA. Posso ben dir ch'ancor io ne ricevo la parte mia. ERASTO. Che notte notte? chiaro e felicissimo giorno! E come può esser notte dove compaiono gli occhi vostri, che a malgrado delle piú oscure tenebre scintillano intorno di splendidissima luce?

Parola Del Giorno

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