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Aggiornato: 29 giugno 2025
«Viviamo, siccome la farfalla, la nostra vita d’un giorno; ieri vermicciuolo, oggi larva, domani crisalide, quindi verme da capo, senza curarci del giorno di poi; cercando talvolta e non trovando mai il perchè. «Siamo tristi? Forse neppure cotesto; siamo soltanto figli della materia, fragili al pari di lei. E v’hanno forse eccezioni?
Che farfalla, Dio buono, che farfalla gli è mai! E da te, cara Luisa, non è venuto da molti giorni? Nè da giorni, nè da mesi; rispose la signora Argellani, posta alla tortura. Io non vedo nessuno da un pezzo. E allora perchè raccontarmi una frottola? disse la caritatevole amica, con aria di chi faccia una domanda a sè stesso.
Su le deserte, angoscïose piume Ella inquieta si volge, ella sospira; E, qual lieve farfalla intorno al lume, Amor non visto intorno a lei si aggira; Gira per l'aria, e com'è suo costume, Nel foco, ch'ei destò, ventila e spira; E de lo strano Eroe le reca innante Le fogge, il riguardar, gli atti, il sembiante.
La meretrice con larga promessa di premio persuasa a tradirlo, comecchè nella laida sua condizione rimanesse, pure di cotesto forte amore compiacendosi se ne sentiva lusingata, e fingendo affetto incominciava ad appassionarsi davvero. Così la farfalla volando intorno alla fiamma abbrucia l'ale.
Se penso alla mia d’allora, su l’orlo della vita, la rassomiglio alla farfalla quando beve; che ha le ali rialzate e congiunte dalla parte degli screzii e dei colori come quattro pagine combaciate dalla parte dello scritto. Gherardo Ismera. E dopo? Giana.
Mia soave Elisenda, la chiamava Estebano, mentre il suo cuore batteva convulso come l'ali d'una farfalla trafitta da uno spillo; poi continuava: Posa, posa la tua bianca mano sulla mia fronte e penserò dei poemi! ed Elisenda posava la mano sulla fronte d'Estebano.
E toccò il culmine del trionfo. Ella aveva ora un abito violetto, ornato di galloni d’argento e di fermagli enormi. Si volse verso la platea, dando un piccolo colpo di piede allo strascico e scoprendo nell’atto la caviglia. Poi, inframezzando le parole di mille vezzi e di mille lezi, cantò fra giocosa e beffarda: Io son la farfalla che scherza tra i fiori....
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