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Aggiornato: 1 giugno 2025
Ve' se non fa 'l piagnon, che sia scannato da le zenzale! Non so che mi tiene che non ti peli quella barba schifa e lorda. FILOCRATE. Dio ti dia cognoscimento, pazienza a me; poi che m'ha fatto degno de la sua grazia. PILASTRINO. Dio ti dia 'l mal anno e la pasqua peggior, ladroncellaccio! Son piú omo da ben che non sei tu. Che sí, se m'accaneggi, ciarlatano, la farem con le pugna! FILENO. Ah!
FRONESIA. Passo ogni giorno quasi dal suo palazzo e bene spesso vado sú da la madre. E, per tuo amore, sempre mi viene in contra e mi saluta e fa carezze. Ed ivi di continovo usa colei; che avrá forse giá detto di quella subbitezza. LÚCIA. E questo pensi che l'avrá detto a lui? FRONESIA. Forse che sí. Ma, quando ne li avesse ancora detto, farem cosí.
Di contr'a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia, che non move occhio per cantare osanna; e contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna, quando chinavi, a rovinar, le ciglia. Ma perche' 'l tempo fugge che t'assonna, qui farem punto, come buon sartore che com'elli ha del panno fa la gonna;
e l’un gridò da lungi: «A qual martiro venite voi che scendete la costa? Ditel costinci; se non, l’arco tiro». Lo mio maestro disse: «La risposta farem noi a Chirón cost
Quando farem le nozze? CALONIDE. Ora, a tua posta: ché a me non manca se non provedere a certe cosarelle; poi, del resto, possiam farlo istasera. Ma indugiamo ancor duo giorni perché a lui non paia che siam corrivi. E tu fa' che non manchi. A te ne sto. FILOCRATE. Perché? non è giá fatta?
E che farem? Non voglio che mi truovi. Anderò a stare a casa di mia zia; e lo dirò a mia madre, poi che 'l cielo cosí dispuon di me. FRONESIA. Non è da fare, ché non si potria poi trarli del capo qualche mal. Tu sai pur com'ella è fatta: che non vuol che lo guardi, se non quando ella è in presenza. Ho pensato un bel modo. Fa' com'io ti dirò.
risponder lei con viso temperato: <<Che farem noi a chi mal ne disira, se quei che ci ama e` per noi condannato?>>, Poi vidi genti accese in foco d'ira con pietre un giovinetto ancider, forte gridando a se' pur: <<Martira, martira!>>. E lui vedea chinarsi, per la morte che l'aggravava gia`, inver' la terra, ma de li occhi facea sempre al ciel porte,
Di contr’ a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia, che non move occhio per cantare osanna; e contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna quando chinavi, a rovinar, le ciglia. Ma perché ’l tempo fugge che t’assonna, qui farem punto, come buon sartore che com’ elli ha del panno fa la gonna;
Don Gualtier lo consola e lo conforta, dicendo: Ella fia forse in sulla porta. Usciam di qua, tenete sodo il viso, perocché noi farem la scena grande; statevi ritto, talor fate un riso, fingete il dilleggino alle dimande. Piacque al marchese del prete l'avviso: rasciuga il pianto da tutte le bande; ma gli occhi tondi aveva tanto rossi e gonfi che parevano percossi,
e l’un gridò da lungi: «A qual martiro venite voi che scendete la costa? Ditel costinci; se non, l’arco tiro». Lo mio maestro disse: «La risposta farem noi a Chirón cost
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