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Aggiornato: 2 giugno 2025


«Mi disse che gli facevo male a parlare del mio amore per Max. Ma io avevo bisogno di parlarne; avevo bisogno di accusarmi. «Giorgio era uomo di spirito. Checchè avesse nel cuore, non fece la menoma scena di gelosia. Parlò di Max come ne parlava sempre, con entusiasmo, colla più calda amicizia. Dissipò tutti i miei terrori. « Max non amava un'altra. Non vedeva più Vittoria.

Giacchè in certe ore, in certi giorni, la stanchezza delle inutili ricerche mi faceva balenare nella mente il sospetto che anche quest'altra mia intrapresa potesse fallire,... E allora una tetra risoluzione mi si affacciava al pensiero. Questa volta facevo mie le sdegnose parole del Bissi: Se la vita mi rifiuter

Tu gli hai detto che ogni cosa doveva essere finita e che non varcasse più la soglia della nostra casa. Egli ha obbedito; non lo rimproverare; è stato lontano da me, pensando che io pure non lo volessi, temendo che io gli facessi colpa e gli facevo colpa! di avere svelato il luogo ov'ero rifugiata.... Non lo rimproverare; egli ti ha obbedita.

Il solo spasso che riuscii a conquistarmi a furia di preghiere e di sottomissioni, fu quello di fare le calze. Non ridete, perchè facevo ridere anche il mio compagno di catena, ma io, coi ferri, con la lana e col cotone, ho passato giornate relativamente tranquille. Tra una soletta e l'altra, mi si addormentava l'idea che dovevo morire alla servitù penale.

Mia moglie era , dinanzi a me, e ad un tratto mi parve che ella fosse tutta macchiata, tutta contaminata, e che se io l'avessi toccata soltanto con un dito quella bruttura mi si sarebbe attaccata addosso.... Le mostrai la lettera. Come ella mi vide gli occhi, si alzò di scatto. Io le domandai che cosa avesse fatto quel giorno. Sostenne il mio sguardo: perchè le facevo quella domanda?

Non potevo procedere in quest'analisi irritante; correvo da Lidia, la facevo parlare, la volevo l'intero giorno vicina; non era noiosa, no; non era esagerata la fama della sua bellezza e della sua grazia. Io m'era irritato pel principio, evidentemente, non pel mio caso speciale.

Che egli alla sua volta aveva offeso gravemente il mio onore, il solo bene ch'io possedevo, e intendendo di conservarlo con ogni scrupolo, accettavo la sua sfida all'ultimo sangue, deciso di mostrargli che si è completamente ingannato sul mio conto, ch'io facevo pochissimo caso della vita, ed offrivo il mio sangue, per sostenere la mia onesta riputazione.

Appena il convoglio si mosse m'ero sdraiato lungo sui cuscini, facevo le viste di dormire lo sposo senza tanti scrupoli allacciò la vita della signora e cominciò a sussurarle certe parole... che parevano baci. E lei ci stava..... Non c'è per me spettacolo più avvilente di questo. Alla prima fermata, m'alzai risoluto e feci per discendere.

Al vedermi Clelia un atto di sorpresa non m'aveva udito ad entrare perchè era distratta non poteva essere altrimenti. Però sorrisi della sua debolezza essa arrossì in volto e non sorrise. Non vi badai gran fatto, e mi rivolsi ad Eugenio. Che cosa narravi a mia moglie? gli domandai scherzoso. Eugenio mi porse la mano. Parlavamo di pittura le facevo una proposta che tu devi farle accettare.

Ma voi non v'immaginate dunque l'effetto prodotto dal panegirico! È un avvenimento. Napoli, da otto giorni, non parla che di ciò. Mi hanno applaudito alla chiesa come la Frezzolini a S. Carlo. Gli era un delirio. Dava la febbre. Il cardinale arcivescovo si teneva a quattro per non gridar come gli altri: bravo! bravo! E' me l'ha detto. Io sapeva ciò che facevo, rispose Don Diego.

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