Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 14 giugno 2025
La porta s'apre, entriamo in una specie di vestibolo, e udiamo una voce che dice: Qui v'erano le celle pei signori romani che non volevano bagnarsi in pubblico. Non si guarda, si va innanzi altri pochi passi: ci siamo. Guardiamo un pezzo in silenzio.
E' entrato pochi giorni fa all'ospedale, mi dice il capitano Raby. Ha delle febbri misteriose, dimagra. Avant'ieri l'ho trovato con un braccio al collo. Mi raccontò che nell'agitare il termometro si era rovesciato completamente il pollice contro l'avambraccio. Entriamo nella sala. Il maggiore medico ci dice in fretta: E' morto stanotte. Ha le ossa disfatte e disgregate dal 606.
Vedendo l'Agata alzò le mani e gli occhi al cielo esclamando: Benedetto Iddio!... ecco la Provvidenza!... Agata l'interruppe interrogandola ansiosamente: Come va il povero Beppo? Sempre lo stesso, signora!... sempre la febbre... e i dolori. Ma se vuole consolarlo si mostri sulla porta. Entriamo, entriamo, disse l'Agata, e la povera donna c'introdusse nella stanza dell'infermo.
CAPITANO. È il capitano qui, per mantenerti che ha fatto molto bene a tôrti di mano Amasia la sua innamorata e fattoti restar con le man vote e come un asino. ERASTO. Dove è questo furfante bestione, dove sei, dove sei gito? stimo che sei fuggito dal mondo: misero te se t'incontro! DULONE. Entriamo, padrone, ché egli se n'è scampato. ERASTO. Entriamo.
"Entriamo," disse l'amico. "Entrare?" domandai. Se m'avessero detto che di l
CINTIA. Erasto, vita mia, areste detto piú il vero: che il lampo che vien fuor dalla fiamma accesa nel mio core illuminasse queste tenebre. ERASTO. Se il fuoco del mio petto splendesse, aggiongerei un altro sole a questo emisfero. CINTIA. Desiderarei, Erasto mio, spender il tempo in piú virtuoso essercizio che in cerimonie. CINTIA. Entriamo, anima mia. DULONE. Hai visto e inteso, capitano?
Entriamo ora nella vasta sala di via Claudiana che il proprietario ha decorato con particolar cura. Dalla volta pendono ghirlande di fiori, altre corrono lungo i muri, altre sostengono il lampadario. Non mancano strisce di carta d'oro e d'argento, nè numerose lanterne colorate. La decorazione ha qualcosa di campestre, il pavimento è nero come la terra, e per di più ineguale; i suonatori sono gi
GERASTO. Su, mano a' fatti, ché la buona volontá senza l'opere non val nulla. Entriamo in casa in quella camera oscura. ESSANDRO. Non posso adesso. GERASTO. Quando le donne non vogliono, dicono non possono. ESSANDRO. Or sapete che la padrona sta gelosa di noi e ci tien sempre gli occhi sopra? GERASTO. Tu dici bene; ma andiamo in questa camera vicina, ch'io ne ho la chiave.
Entriamo ora in una delle strade del Ghetto stesso; col
PANFAGO. Quando vedrai l'architettura ch'usarò in contrafar i salciciotti e le provature e i confetti, resterai stupito; e sará non men gloria averlo beffeggiato nello schiavo che nel presente. FORCA. Entriamo, perché non abbiamo a far altro; ché Pirino deve struggersi di desiderio di far presto.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca