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Aggiornato: 7 giugno 2025
E io ch'al fine di tutt'i disii appropinquava, si` com'io dovea, l'ardor del desiderio in me finii. Bernardo m'accennava, e sorridea, perch'io guardassi suso; ma io era gia` per me stesso tal qual ei volea: che' la mia vista, venendo sincera, e piu` e piu` intrava per lo raggio de l'alta luce che da se' e` vera.
È ver che su le mura ei cadde a terra, Ma cadde carco d'onorati fregi, E sì fatto morir non spiacque in guerra In alcun tempo ai sommi Duci e Regi: Or per segno d'amor, ben che sotterra, Certo ei non vuol che con la morte il pregi Rompendo in sul fiorir tuoi giorni acerbi, Ma che tu viva, e sua memoria serbi.
La Argellani, ei l'avea gi
Mirasi poi da gran furor sospinto, Che de l'estrema tomba il dono ei nega, E sovra lui, che gli ha l'amico estinto, Del terribile cor l'ira dispiega; I piè trafigge al Cavalier gi
ambo le man per lo dolor mi morsi; ed ei, pensando ch’io ’l fessi per voglia di manicar, di sùbito levorsi e disser:
Con sì nobili detti oltre s'avanza, E tra' suoi Franchi si conduce al fine; E visto a pena ei fu, ch'alta speranza Prese quelle alme a sbigottir vicine: Gridaro, ed ebbe quel gridar sembianza Di procelloso suon d'onde marine, Allor che presso Calpe a l'aer bruno Trascorre irato il tridentier Nettuno.
Erat unus solum qui nobis aliquantulum adversabatur, hic etiam sponte humiliatus ad nos venit, et largiti sumus ei dominium de Corassan, laudetur Deus, incessanter. Sultan Cassan Baicona est nomen istius domini Corassan. Restat nunc alius secundus Sultan Greciae sive Romaniae, qui inimicum facundus et magnus, presentim super Caramanos, quibus veteri et antiqua amicitia conjuncti sumus.
Intanto l'agitata giovanetta teneasi pur vicina alla cara parente, la stringeva e talvolta le dava caldi baci. Girani la premea perchè pure rispondesse un accento, ed in fine pur sollecitata dalla madre, tutta vergognosa rispose Ei mostra tanta premura per me, ei mi dona i suoi colombi, gli oggetti suoi più teneri, ei dice di amarmi, potrei essergli ingrata?
Era a veder, quale è d'un stagno a i lidi Gran nibbio; a l'aie ben talor sen vola, Ma de la villanella udendo i gridi Non de la chioccia i pargoletti invola; Quinci infestando i limacchiosi nidi D'attorte bisce il suo digiun consola, E col curvo picchiar del becco forte Le rane gracidose ei tragge a morte.
Ed ei:
Parola Del Giorno
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