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Aggiornato: 20 giugno 2025


Domandaglielo! rispose, malamente impressionata. Le piace la mia mamma? interrogò Bruno, guardando fisso innanzi a . Nicla dovette stupirsi di nuovo. Ecco Bruno che dava del lei, freddo e contegnoso, a quel signore che gli piaceva poco! , rispose Duccio. È una bella e gentile signora.

Dopo quel colloquio, Clara Dolores non parlò più a suo figlio di letteratura; ma Bruno s'accorse che Duccio Massenti era scomparso. A qualunque ora egli salisse da sua madre, a tutti i ricevimenti, a tutti i pranzi, a tutte le gite di piacere, non gli avveniva mai d'incontrar Duccio Massenti. Bruno pensò che sua madre lo avesse messo alla porta, dopo una spiegazione; e non era lontano dal vero.

E si alzava di scatto e andava a posar la fronte contro i cristalli freddi della finestra. Quel giorno le disse: Sai chi ho trovato oggi in salotto, dalla mamma? Duccio Massenti... Ah! fece Nicla, reprimendo un moto di sorpresa. È molto antipatico, osservò Bruno. Mi ricordo ch'egli ti ha offesa, e non hai voluto mai dirmene la ragione. Non è vero! esclamò Nicla impaurita. Non mi ha offesa.

Lei forse l'ha conosciuta, conte? Duccio parve esitare. Io? disse. Conosciuta dove? Al suo albergo; dev'essere arrivata lo stesso giorno in cui è arrivato lei: una signora esile, coi capelli castani, elegantissima: una vera signora, in una parola. , mi sembra d'averla intraveduta, rispose Duccio come distratto.

Si sapeva che il fidanzamento col conte Duccio Massenti era stato rotto, e la madre di Nicoletta era andata parlandone e rammaricandosene per lunghi mesi, prima in campagna, poi tra più numerosi amici in citt

Duccio Massenti era diventato una specie di fantoccio, che l'uno e l'altra agitavano in aria di tanto in tanto.... Gigi diceva qualche volta: «Tu non mi ami; tu ami il conte Duccio!». E Nicla diceva qualche volta: «Allora andrò a trovare Duccio!». Ma quella sera, Nicla alzò le spalle. Duccio! Duccio!... Che meschina fantasia tu hai? Non sai trovare di meglio?

Il conte Duccio Massenti è uno squisito gentiluomo, la cui compagnia avrebbe fatto piacere a tutti. Fuori che a me! interruppe Nicoletta. E tuo padre e tua madre non contano nulla, allora? domandò la signora Carlotta, aggrottando le sopracciglia.

Che cosa voglio? ella ripetè, deponendo la tazza sulla sottocoppa. Chiedimi piuttosto che cosa non voglio. Non voglio il matrimonio, per ora almeno, col conte Duccio Massenti. È troppo presto: non lo conosco. Sfido io! esclamò con un largo gesto la signora Carlotta. Se lo mandi lontano, ogni volta che cerca avvicinarsi, il poveretto!...

E tutto ciò che doveva accenderla, che l'avrebbe forse accesa per un altro, in quell'istante l'agghiacciò. Mi dica, mi dica, insisteva Duccio, dimentico che i barcaiuoli potevano comprendere non le parole, ma il gesto, mi lasci sperare!... Sar

Ma quando fu nella lancia, seduta sugli stessi cuscini a fianco di lui, capì d'un tratto che probabilmente il colloquio sarebbe stato decisivo per la sua vita, e si fece diffidente, mentre il cuore le batteva forte nel petto. Ho saputo dunque farmi tollerare? chiese Duccio, non appena la lancia prese il largo sotto la spinta vigorosa delle quattro braccia.

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