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Aggiornato: 20 giugno 2025


Il povero Duccio, seguitava sua madre, è venuto a salutarci prima di partire. E tu non c'eri. Dov'eri?... A spasso, pel paese, con quell'altro.... Quale altro? domandò Nicla. Il figlio del conte Traldi. La fanciulla rise. Oh! disse. Che temibile rivale, un bambino di otto anni!

Lei ci ribalta in acqua! osservò Duccio con un sorriso, credendo la fanciulla commossa e turbata. Ella si decise a una parola indiretta: , mi sono accorta, disse a mezza voce, guardando i remi che uscivan dall'acqua. Si è accorta?... si è accorta che io l'amo? interrogò Duccio ansioso. Mi sono accorta che lei pensa a me, corresse Nicla.

E con maraviglia s'accorse che ogni altro elogio della contessa le moriva sul labbro, e un beffardo spirito le fischiò all'orecchio che la mamma, poveretta, era a Sonnenberg, con Duccio Massenti. Tu non sei come la mamma, seguitò Bruno. Tu non sei una donna. No? chiese Nicla stupita. E che sono allora? Tu sei una ragazza, come me.

E pensò annoiata che si trattava forse ancora di Duccio, il quale aveva scritto, o stava per tornare, o chiedeva di giustificarsi; e la battaglia sarebbe stata rude. Ma Carlotta aspettò che Nicla fosse seduta e che il domestico, posto in tavola i vassoi e mesciuto il cioccolatte, se ne fosse andato; e finalmente riprese: Il conte Traldi è scappato! Che dici? esclamò Nicla, sorgendo in piedi.

E questa, per togliere l'ombra che andava addensandosi tra Duccio e Bruno, seguitò: Sai che anche il conte Duccio conosce la tua mamma? La conosce? ripetè Bruno senza voltare il capo dalla parte dell'altro. E gli piace? Nicla diresse l'occhio inavvertitamente al viso di Duccio e fu stupita di cogliergli sulle labbra un sottile ambiguo sorriso, ch'egli s'affrettò a dissimulare.

Fece notare a Duccio la smorfia del primo barcaiuolo che ad ogni puntata torceva la bocca, e dichiarò che la bandiera a poppa, gialla a scacchi azzurri, era di pessimo gusto. Domandò s'egli sarebbe tornato ancora a Sonnenberg, se vi sarebbe rimasto a lungo, e chi vi avrebbe trovato; scherzò volubilmente, rise quando s'accorse che Duccio stava per parlare con gravit

Nicoletta capì; e di tutti i giovani che le stavano intorno, il conte Duccio fu immediatamente il meno gradito alla fanciulla.

E capì. Era geloso. Ella disse: Facciamo le presentazioni. Il conte Bruno Traldi di San Pietro. Il conte Duccio Massenti.... Ah è questo, l'inseparabile? chiese con indifferenza il giovane, squadrando Bruno senza muoversi. È lui! affermò Nicla. L'indispensabile E rivolta al fanciullo, seguitò: Vuoi sederti qui, tra il conte Duccio e me? C'è un bel posto....

Nicla sorrise senza rispondere, e col fazzoletto fe' cenno alla lancia di avvicinarsi. Sai? riprese Bruno, trovando per un attimo un poco di gaiezza. Ho fatto cacciar di casa Duccio Massenti.... Non ischerzi? esclamò Nicla stupefatta. Non ischerzo. Ho raccontato alla mamma qualche cosa, la gita in barca, la nostra conoscenza di dodici anni or sono.

Fu distratta in quei giorni anche dall'arrivo improvviso del conte Duccio Massenti. Veniva dalla Svizzera, era sceso egli pure all'albergo Bellevue, e s'era tosto recato a far visita alla famiglia Dossena.

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