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Aggiornato: 13 giugno 2025


Poi si ricorda di Mia, e gli chiede di Mia. Eccola dice Drollino, accennando la sua cavalcatura. Milla stende la mano come per accarezzar Mia, ed entrambi, palafreniere e Duchessa, sorridendo, si ricordano.

Allora, nel silenzio della notte, si sentì, acuta, stridula, rapida come lo scoppio d'un razzo, la voce di Drollino che mandava il grido d'allarme «Ai ladri!» E gridando, s'era lanciato su quello dei malfattori che gli stava più vicino e gli si era appeso ad un braccio facendosi, nella fuga precipitosa di colui, trascinare come un peso morto.

Una volta Drollino, capitando in scuderia, ci trovò il Duca, che a passo lento e a capo chino traversava l'andito. Gli tenne dietro con uno sguardo torvo, e un'idea confusa, ma terribile, gli balenò nella mente.

Impossibile! sclamò la Duchessa, quando l'agente venne ad informarla che il capo di scuderia s'era congedato per la fine del mese. Impossibile! ripetè, con vero dispiacere, Ma perchè vuol andar via Drollino? cos'è accaduto?... che ragioni d

D'un salto, e benchè Mia non fosse sellata, Drollino le fu in groppa. Sciolse la cavezza, e si mise in moto. Con due o tre monosillabi fece prendere successivamente alla cavalla il trotto, il galoppo, saltar una barriera, fermarsi repentina, poi tornare scambiettando al sito donde avea prese le mosse.

Ora stava in una cascina.... Sa bene.... la Favorita. Mi ricordo disse Milla. Ci sta la suocera della mia sorella di latte.... E ti piace a star ? , rispose Drollino. È come al tempo antico.... quando c'era il signor Principe. Negli occhi di Milla venne un luccicore umido. Oh! pap

Anche stavolta fu lei a fermarsi e a rivolgergli la parola. Buon giorno, Drollino. Drollino trovò il coraggio di chiederle come stesse. Essa arrossì profondamente con un pudore giocondo. E rispose: Bene. Ma rispose in fretta, colta da un conscio imbarazzo davanti alla semplice, ossequiosa domanda d'un palafreniere qualunque. E subito; per cambiare argomento: Drollino, sai che andiamo via?

Drollino si drizzò d'un salto, cogli occhi iniettati di sangue, pallido come un morto, e per un momento guardò l'ex-ubbriaco in un modo molto bizzarro e poco rassicurante. Ma subito si calmò, e si mise a ridere. Si sarebbe detto che, a furia di star sempre così serio, avesse dimenticato come si fa a ridere; certo che il suo ridere non somigliava a quello di nessun altro.

Alquanto a casaccio, cioè, tirando indiscretamente i filetti ora a destra, ora a sinistra, tormentandole il morso in bocca, spingendola, con certe mosse intempestive delle redini che dovevano torturare la povera bestia, abituata alla mano salda, mirabilmente esperta, di Drollino. Questi divenne livido, sentì nell'interno dell'animo come uno schianto.

Vuoi che ti faccia aumentare il salario? vuoi tornare alla tenuta? Se desideri qualcosa, dillo francamente. Lo sai che sono sempre contenta di te e che t'ho sempre voluto bene. Lo so, rispose Drollino con voce tremante. E una specie di sorriso, stranamente triste passò sul volto dei giovane. E anche mio marito, proseguì Milla, anche lui, adesso, ti vuol bene.

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