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Aggiornato: 13 giugno 2025
Subito, in strada, s'udì un galoppo sfrenato, poi un grido di donna disperato, acutissimo. Drollino balzò in piedi, s'avventò al vertice del muricciuolo e guardò in giù. Mia, furente, fuggiva a precipizio per la discesa con degli sbalzi violentissimi. Il Duca, stravolto in viso, tirava le redini a dritta e a sinistra con tutta la forza dei polsi; accanto a lui, invece di Battista, c'era una donna.
Con un gesto vivace l'estrasse. Era una vecchia pistola a due canne, ed egli riconobbe subito la solita arma di guardia di suo padre. L'esaminò a lungo; era ancora in discreto stato; cercando bene, trovò pure in un angolo della cassapanca lo scatolino delle cariche. Drollino non pensò a rimettere in ordine i panni.
Drollino continuava sempre più sommessamente: Volti, ora; aspetti.... poggi sul fianco, niente paura..., più alta la briglia. Non abbia paura..., non si far
Il signor Damelli si congedò e di lì a cinque minuti capitò Drollino. La Duchessa si trovava in quel tal salotto chinese dove tanti anni addietro, aveva saputo ottenere per Drollino, il dono di Mia e dove aveva dato a questo, per forza, quel memorabile bacio. Milla avrebbe voluto ora far della diplomazia con Drollino. Ma la diplomazia non era mai stato il forte di quella cara donnina.
In mezzo a quella pace e a quel silenzio, una ombra mascolina or s'allungava, or si faceva più corta sulla ghiaia del giardino, a seconda della direzione del corpo che la proiettava. Era l'ombra di Drollino.
Drollino, facendo muovere lentamente i cavalli, aspettò un'ora all'incirca sul piazzale deserto, ornato da due filari di tisiche acacie, sulle quali il cadere continuo e minuto della pioggia produceva un lieve strepito cadenzato e susurrante. Finalmente Milla riapparve. Si fermò un istante sulla soglia, guardando il tempo.
Drollino disse intenerita la Duchessa vuoi proprio lasciarmi Mia?... Ma non ti rincresce.... davvero? No, no.... non mi rincresce.... Tanto, non saprei come fare a condurla ora.... e poi è giusto.... perchè, si ricorda?... è stata lei che me l'ha fatta avere.... Gli pareva di compiere un doloroso atto di giustizia.
Ho capito disse il Principe, ridendo. Tu, Drollino, vieni qua e tu, Milla, falla finita e dagli un bacio. Drollino, il coraggioso! non era più pallido; era rosso rosso, e non si moveva. Fu dessa a moversi, ad andargli incontro sorridendo, cercando, colle labbruzze strette, riunite all'insù, le labbra pallide del fanciullo, che, vergognandosi, si schermiva.
Nella tenuta si sapeva di quest'unico difetto di Mia; ma nessuno ardiva tenerne parola a Drollino, da poi che un mozzo malaccorto, per avergli rimproverata con scherno quella codardia della cavalla, s'era buscata... Dio! che tempesta di pugni s'era buscata colui!
Li pronunciava a mezza voce, con un tono secco, stridente, come se masticasse dei bottoni di porcellana. La Milla però li capiva e se Miss Spring non era vicina lo sgridava. Ah! Drollino! non sta bene! diceva con un'aria patetica di rimprovero.
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