Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 7 maggio 2025
Come la scala tutta sotto noi fu corsa e fummo in su 'l grado superno, in me ficco` Virgilio li occhi suoi, e disse: <<Il temporal foco e l'etterno veduto hai, figlio; e se' venuto in parte dov'io per me piu` oltre non discerno. Tratto t'ho qui con ingegno e con arte; lo tuo piacere omai prendi per duce; fuor se' de l'erte vie, fuor se' de l'arte.
Ed elli a me: <<La mia scrittura e` piana; e la speranza di costor non falla, se ben si guarda con la mente sana; che' cima di giudicio non s'avvalla perche' foco d'amor compia in un punto cio` che de' sodisfar chi qui s'astalla; e la` dov'io fermai cotesto punto, non s'ammendava, per pregar, difetto, perche' 'l priego da Dio era disgiunto.
Partì, giunse, rimase tre giorni in Napoli e tornò dov'io era. Tornò lieto, convinto, anelante azione, e come chi sente, toccando la propria terra, raddoppiarsi in petto la vita. Gli balenava in volto una fede presaga di vittoria. I nostri non lo avevano ingannato; non gli avevano celato le gravi difficolt
Se 'l fatal corso mio me astringe & vole Ch'io te sol ami, e ogn'altra cosa experna Non posso più, so ben che fisso il sole Mirar non posso, né sia mai che il scerna Ma qual dea che con sguardi, e con parole pò far mia vita breve & far eterna Se non voi trami fuor dov'io tutto ardo Tiemmi almen vivo con un dolce sguardo
<<Se tu avessi>>, rispuos'io appresso, <<atteso a la cagion perch'io guardava, forse m'avresti ancor lo star dimesso>>. Parte sen giva, e io retro li andava, lo duca, gia` faccendo la risposta, e soggiugnendo: <<Dentro a quella cava dov'io tenea or li occhi si` a posta, credo ch'un spirto del mio sangue pianga la colpa che la` giu` cotanto costa>>.
LELIA. Sète forse aspettata dal guardian di San Francesco? o pure andate a trovar fra Cipollone? CLEMENZIA. Doh! che te venga la febre ben ora! Che hai a cercar tu i fatti miei né dov'io vo né dov'io stia? che guardiano? che fra Cipollone? LELIA. Oh! Non v'adirate, mona Molto-mena-e-poco-fila. CLEMENZIA. Per certo, io conosco costui; e, non so dove, mi pare averlo veduto mille volte.
avea sopra di noi l'interna riva tanto distante, che la sua parvenza, la` dov'io era, ancor non appariva: pero` non ebber li occhi miei potenza di seguitar la coronata fiamma che si levo` appresso sua semenza. E come fantolin che 'nver' la mamma tende le braccia, poi che 'l latte prese, per l'animo che 'nfin di fuor s'infiamma;
17 Ma lasciamo, per Dio, Signore, ormai di parlar d'ira e di cantar di morte; e sia per questa volta detto assai del Saracin non men crudel che forte: che tempo è ritornar dov'io lasciai Grifon, giunto a Damasco in su le porte con Orrigille perfida, e con quello ch'adulter era, e non di lei fratello.
tal, non per foco, ma per divin'arte, bollia la` giuso una pegola spessa, che 'nviscava la ripa d'ogne parte. I' vedea lei, ma non vedea in essa mai che le bolle che 'l bollor levava, e gonfiar tutta, e riseder compressa. Mentr'io la` giu` fisamente mirava, lo duca mio, dicendo <<Guarda, guarda!>>, mi trasse a se' del loco dov'io stava.
<<Casella mio, per tornar altra volta la` dov'io son, fo io questo viaggio>>, diss'io; <<ma a te com'e` tanta ora tolta?>>. Ed elli a me: <<Nessun m'e` fatto oltraggio, se quei che leva quando e cui li piace, piu` volte m'ha negato esto passaggio; che' di giusto voler lo suo si face: veramente da tre mesi elli ha tolto chi ha voluto intrar, con tutta pace.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca