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Aggiornato: 6 giugno 2025
Anzi 'l desio onde 'l vostro valor m'ha l'alma accesa mi mosse a ragionar de i vostri onori. Tornate, o sante Dive, a i vostri allori.
Dive, ch'al suon de la dorata cetra dei sacro Apollo, al glorioso fonte fate dintorno mille dolci giri, premendo il verde del fiorito suolo liete alternando le vezzose piante non senza l'armonia d'eterni versi: quella, ch'è Donna de le Donne, e Donna è del mio cor, o sante Donne, o Dive, vuoi pur ch'io canti: e vuol che 'l canto s'erga sopra ogni bosco.
E tu, mio santo e mio soave ardore, dotta e bella Talia, mentr'io m'affanno per voler dir di te, ne l'alta impresa porgi soccorso a la mia fioca voce: dammi ardir, dammi forza; alza 'l mio ingegno e con la cara mano un novo ramo fresco, verde, odorato, or ora colto dal sacro monte a la mia fronte avvolgi. Movi Talia, movete sante Dive.
ella a seder qui presso a l'acque vive si porria in grembo a l'erba, io in grembo a lei, e da i boschi trarriano i semidei al sacro aspetto e le silvestre dive. Io lei mirando, a dir del suo valore snoderei la mia lingua, e alcun di loro segneria per li tronchi il chiaro nome; ella gioiosa e umile in tanto onore forse di varii fior, forse d'alloro, tesseria una ghirlanda a le mia chiome.
Qui si monta per luoghi alpestri ed ermi; raro sentier v'appar, rari vestigi; nè v'ascende uom mortal, cui 'l ciel non chiama. Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.
Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori. De' cieli d'uno in uno il re de' cieli donò loro il governo ad una ad una; e d'una in una a loro i nomi impose.
Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.
Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.
Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori. Urania su volando altera salse fra mille lumi, ed or in or s'aggira lieta del suo bel ciel cantando intorno.
«Il pianoforte, mobile di quasi tutta l’Europa, è anche qui abituale dappertutto. Per mezzo di questo magnifico strumento ho imparato in Palermo, accanto a dive siciliane, arie appassionate di Cimarosa e di Fioravanti, e duetti di Andreozzi e di Tritto.
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