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Aggiornato: 9 giugno 2025


L'ultima sera, disperati di non partire mai e determinati a non pensare più alla partenza, si proposero di mangiare tutti assieme il pollo alla cacciatora. Allora, disse Romussi, vedrete che ci manderanno via. Il pollo alla cacciatora è sempre stato l'ordine di partenza. In Castello abbiamo ordinato il pollo alla cacciatora e ci hanno fatto partire prima di mangiarlo.

Nun è che, dice, noi de sto mestiere, Dice, è core cattivo o semo ingrati... Ma intanto, come ho detto ar brigadiere, Sti du' cuscini qui so' rovinati. Fino che me fai scegne er forestiere, Lo capisco; so' casi disperati... Ma qui, bisogna ann

Allega delle matte piú di venti in tua difesa, alfin poco t'onori disse Ermellina, ch'anche i disperati dicon: Non sarem soli in fra i dannati. Orsú, tu déi lasciar cotesta vita e devi Filinoro abbandonare. Pónti in contegno, ed a Terigi unita voglio vederti e il filo rappiccare. La giovinezza fugge, e quando è gita, sai che non suole addietro ritornare.

Mai gli riconobbi una grazia, un vezzo; mai ebbi per lui un pensiero che non fosse ostile. Quando ero costretto a toccarlo, quando mia madre me lo porgeva perché io lo baciassi, provavo per tutta la pelle lo stesso raccapriccio che m'avrebbe dato il contatto d'un animale immondo. Tutte lo fibre si ribellavano; e i miei sforzi erano disperati.

Ai gridi disperati Fortuna non è sorda; Tra ferri e cenci usati Trovò un chiodo e una corda: Confisse a un muro il chiodo, Fece alla corda un nodo, Pose nel cappio il collo. E diè l'estremo crollo. Così dal mondo è uscito Il povero Tommaso; E forse egli è partito Convinto e persuäso Che quand'un, per disfarsi Dai guai, vuole appiccarsi, Non sempre, ma però Qualche volta lo può.

Aminta assistè dal suo posto ad una scena curiosa. I soldati che si battevano, non avendo le stesse ragioni dei loro compagni di cucina, scambio di fuggire dal posto preso di mira, si buttarono per disperati, a raccogliere i pezzi di carne lessa, e le manate di riso, per riempirne le loro gamelle, che, poveracci, avevano gi

DON RODORICO. Olá! ordinate che Leccardo sia libero. Ma mi par oggimai tempo che questi felici sposi e amanti dopo tanti travagli colgano il desiato frutto degli disperati loro amori. Entriamo. DON FLAMINIO. Ma ecco Panimbolo. PANIMBOLO. Padrone, che allegrezza è la vostra? DON FLAMINIO. È tanta che non basto dirla.

Ecco sfioro la schiena d'un forte soldato dal viso cotto dal sole: sono nel suo alone azzurro e tremo come chi entra nella casa dove è morto qualcuno fra pianti disperati. Il soldato che m'è vicino e che spara, spara, affrettando i colpi è forse un marinaio. Chi pensa più alle fischianti pallottole che cinguettano sul capo coi primi passeri indifferenti?

Certa ignoranza, certa nebbia folta, cert'ozio, certa voluttá brutale occupa tutti, fa ogni mente stolta; e una certa ingordigia universale, che han tutti a voler tutto in una volta, per satollarsi, vada bene o male. Debito, amor, inganno e mal francese fa pien di disperati ogni paese.

LARDONE. Disperati son quelli che l'han trovata; ché subito gli verrá in fastidio, che doppo il fatto, se avessero il pozzo appresso, ce la buttarebbono dentro, ché non è peggio mercanzia che di femine. PEDANTE. Ti par poco essermi tolta una figlia? LARDONE. Ti par poco esser restato io senza mangiare e senza dormire, che non sarebbe altro che sotterrarmi vivo?

Parola Del Giorno

fuligginosa

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