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Aggiornato: 19 giugno 2025


E il padre, ch'era venuto a trovarlo, e lo aveva ancora una volta rintracciato in quella folla misera, sempre allo stesso posto e assorbito dall'eterna sua meditazione sconsolata, ora, ancora una volta, e invano, gli parlava sommessamente di tutte le persone, di tutte le cose un tempo così care a lui: della casa, della famiglia, ch'egli aveva dimenticato, forse per sempre.

Finalmente ruppe il silenzio dicendo a Sandrino: A Roma colla protezione di vostro zio farete un rapido cammino, e travolto dalle ebbrezze della vita pubblica, al pari di lui, avrete ben presto dimenticato il povero villaggio, che vi vide nascere!

Questo dispiacere fu tosto dimenticato, quando, aprendo la finestra, vide da una parte l'ampio mare colorito dai raggi del mattino, le candide vele delle barche ed i remi che fendevano le onde; dall'altra, i boschi, la loro freschezza, le vaste pianure, e le azzurre montagne che tingevansi dello splendore del giorno.

Il ragazzo era morto della malattia dei suoi fratelli e del suo babbo, era morto a sedici anni. E il professore Antonino lo aveva dimenticato, quando le due iniziali scolpite sulla panca lo richiamarono alla sua memoria.

Era una bellissima giornata. Due nostri personaggi, Diana e Adolfo Venosa, parlavano insieme nel giardino che si stendeva dietro al palazzo del marchese di Trapani. I due innamorati erano nel massimo accordo. Diana sembrava avesse del tutto dimenticato i suoi sospetti di un'intima relazione fra Adolfo e la principessa; o si fosse convinta che avea sospettato a torto.

Erano le cinque del mattino. Spuntava l'alba. La faccia del negro brillava d'uno splendore di giubilo. Anderssen, nella foga della caccia al pezzo fatale, aveva dimenticato la pedina nera che stava sulla penultima casa dei bianchi alla sua destra. Quella pedina era l

Ero in quel tremendo periodo di studio muto e desideroso, che non ho dimenticato mai, che si prolungò oltre misura e che mi stampò nel cervello così lucide imagini femminili, da poterle evocare nuovamente oggi, a distanza d'anni, direi quasi con un semplice corrugar di ciglia. Esse balzan luminose nella steppa grigia del passato.

Fuffino mio bello, perchè mi tratti così? Carlo Questo è il portafogli che avete dimenticato. Fifì (pigliandolo).... E d

Emilia non era più fanciulla, ma era stata donna per così poco tempo, che i guanciali del suo letto avevan dimenticato l'impronta d'una testa maschile e la luce del suo corpo risplendeva nell'alcova deserta. Era vedova da due anni; ma il desiderio di chiudere la solitudine dell'anima le faceva sembrar quel tempo assai lontano.

"Potrei cominciò passando in rassegna i mezzi leciti potrei andar in cerca d'un amico e farmi invitare da lui dicendo di avere dimenticato a casa il portamonete. O potrei anche fingere al restaurant di averlo lasciato a casa. Ma questo stratagemma andr

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