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Aggiornato: 18 giugno 2025
Gli scrittoracci pieni di lussuria co' lor riflessi aiutano il mal uso, perché godon veder le donne in furia; e i giovinastri lor dicon sul muso ch'è sciocco pregiudizio il far penuria. Ma il mondo in pieno a chi non ha cervello, credi, Marfisa, dietro fa un libello.
Dicon che tu divori a poco a poco la Terra! Letizia e gioia profonda!... Oh! chi potr
Se fosse grande nel ciel, com'essi dicon, non sarebbe ingiusto, instabil, fraudulente, iniquo, micidial. Ma fa un ritratto a punto da quel ch'egli è. Non troverai solo uno che si doglia del nostro e si lamenti ch'egli li strazi: come sempre loro, con tanti pianti. ARTEMONA. Sí; ma quando, poi, siam ben pasciuti, in noi manca l'amore e 'l desiderio de la cosa amata. Ed in loro è il contrario.
Fitti nel limo, dicon: "Tristi fummo ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, portando dentro accidioso fummo: or ci attristiam ne la belletta negra". Quest'inno si gorgoglian ne la strozza, che' dir nol posson con parola integra>>. Cosi` girammo de la lorda pozza grand'arco tra la ripa secca e 'l mezzo, con li occhi volti a chi del fango ingozza. Venimmo al pie` d'una torre al da sezzo.
Non è solo. E fangli far l'amor seco ogni giorno: cosa da smascellare. E, perché mai non la vede, gli dicon che 'l difetto vien c'ha poca veduta. E 'l moccicone è giá venuto a tale, in questa giostra, di cosí scarso, che gli tran canóni che ne portano il sangue. E va pensando che Pilastrino, un tratto, il peli e strini fine in su l'osso. Specchiati in quel nome. Che ti parria di questo?
E, a roborare questa loro oppenione, inducono questi cotali i tempi giá stati, cioè quegli ne' quali regnò Saturno, li quali per li poeti si truovano essere stati d'oro, cioè pieni di buona e di pura semplicitá, e ne' quali questi beni temporali dicon che eran tutti comuni; e per conseguente, se questo fu, anche dover essere che questi sotto il governo d'alcuno altro uomo sarebbono.
Ma s'io vedessi qui l'anima trista di Guido o d'Alessandro o di lor frate, per Fonte Branda non darei la vista. Dentro c'e` l'una gia`, se l'arrabbiate ombre che vanno intorno dicon vero; ma che mi val, c'ho le membra legate? S'io fossi pur di tanto ancor leggero ch'i' potessi in cent'anni andare un'oncia, io sarei messo gia` per lo sentiero,
... Eh, mi sembra, scusa se mal mi appiglio, Che il tema abbia la barba lunghetta un mezzo miglio. La va, capisco, al modo di svolgerlo... e poi, se Il tema è vero... È storico... Storico? Eh, altro che! Ti basti che nei fogli fu raccontato un fatto Preciso tale e quale lo narro al secondo atto. Ne dicon tante i fogli! E poi non è ammissibile che un fatto, perchè vero, debba anch'esser possibile.
Gianella dice che questo tuo scienziato era un avaro dannato, che non regalava mai un soldo di mancia a nessuno; ma non è necessario che tu lo dica nel tuo elogio. Dirai anzi il contrario, che aveva le mani buche, che aiutava i poverelli. Si dicon tante bugie per i vivi, che si può dirne una anche per un morto.
Gli sospendo a divinis o la messa: dicon che loro era cosa molesta; o spinto dal furor d'una contessa, vien qualche duca a rompermi la testa; e venti e trenta e cento ed una pressa, mi strapazzano alfin con gran tempesta: convien che il prete la sua messa dica, s'io non vo' morir martire all'antica.
Parola Del Giorno
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