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«Ritieni seguitava quel libro che ora capisco per la prima volta ritieni che il miglior bene che tu possa fare è quello che tu lasci fare volentieri al tuo vicinoFra me e la Costanza la pace fu subito conchiusa, e fra noi due fu ancora lei la più imbarazzata a perdonarmi. Si combinò che ella avrebbe portato dentro la giornata le sue ottocento lire, colla seguente lettera: 24 dicembre.

Vado a prendere del bromuro di potassio. È la cura per i miei amori. 13 dicembre. Oggi fui in casa E. Per vedere le cose antiche sedevo sul tappeto ai piedi di una scansia: la signorina era vispa e spensierata, ma io sarei troppo vecchio per lei. 15 dicembre. Oggi prima di pranzo la mamma mi dice che Vittoria sposa un ingegnere e va a Merate, in campagna.

Il BENSI GAETANO, bolognese è un opportunista che per la rivoluzione fa causa comune con chicchessia. Difatti egli in una lettera dell'8 dicembre 1893 diretta a De Felice scrive che: nel fascio gi

Dal castello di Valcalda nelle Langhe non venne risposta all'invito. La castellana non leggeva l'Armonia; ed anche aveva altro da pensare. Ma basti di ciò; noi ci siamo spinti un po' troppo innanzi nel tempo, e dobbiamo ritornare sui nostri passi; se non vi spiace, fino al 4 dicembre del 1858.

In casa Stavro si ballava. Era il dicembre. Si dava una festa in onore di Paolo de Joanna che partiva per l'Inghilterra. Erano riunite tutte le belle donne, tutte le belle fanciulle dell'Isola. Qualcuna certamente sospirava dietro quello straniero che se ne andava così tranquillo e felice, senza curarsi di quello che lasciava dietro di . Lui ballava con tutte.

Il Natale? Bisognava toglierlo dal calendario. Il 25 dicembre doveva diventare giorno lavorativo, ed in quel giorno venir dato al popolo un altro giorno festivo; p. e. il Natale dell'anarchia. La data era indovinata. Attorno al Natale nasce il sole, il quale incomincia la sua ascesa e festeggia il suo trionfo sopra le tenebre.

Il nostro bambino sarebbe cresciuto giorno per giorno.... Diventiamo vecchi anche noi? Oh i bei vecchietti!... Mia cara, ecco finalmente s'imbianca un'alba di dicembre. Pel buio della pianura suonano le campane gioconde: dicono che in cielo cantino gli angioli, mandando giù le parole latine a tutti i presepi delle monache e dei marmocchi: per le viuzze del paese alla chiesa s'avviano i contadini puzzanti di frustagno: di l

Santa Lucia, raccontavano le mamme, passava ogni anno, nella notte dal dodici al tredici dicembre, coll'asinello carico di doni, di giocattoli, di bei vestiti, di dolci, di aranci, di mandorlato; e tutto ciò per regalarlo in premio ai ragazzini ch'erano stati buoni e che avrebbero messo un bel piatto pieno d'avena vicino alla finestra del salotto, per rinfrescare l'asinello della santa.

A questo senso d'incertezza, che impediva qualunque cambiamento serio del sistema, si accompagnava la macchia morale che bruttava il colpo di stato, e che poteva essere, per quanto dimenticata, perdonata non mai. Napoleone nella Vie de César confessa, che il più grave cómpito di un governo sorto dalla violenza è quello di riconciliarsi gli uomini dabbene. Anche il 2 dicembre, non è dubbio, non fece che ricondurre una rivoluzione in pro del trono; mutò ben poco nei più importanti istituti dell'amministrazione, principalmente nello spirito: per l'uomo colto, che non può veramente vivere senza la libert

«Come d'autunno» cioè in quella stagione la quale noi chiamiamo «autunno», da mezzo settembre infino a mezzo dicembre, «si levan le foglie, L'una appresso dell'altra», cadendo, «infin che 'l ramo», sopra il quale erano, «Vede alla terra tutte le sue spoglie», cioè i vestimenti, li quali, la stagione gli ha fatti cadere da dosso.