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Mercè, sire, risponde Goccelino; l'altezza vostra viva lunghi anni; a me basta la gloria di aver toccata la vostra sacra persona. Il torrente intanto era declinato, il guado reso più praticabile, e la gente dell'imperatore varcata all'altra sponda; così che la sera si giunse a Parma Enrico III aggiustò le cose d'Italia e ripartì per Lamagna.
«E che dunque?» interveniva terzo Ghino di Tacco «da che questo ladrone provenzale fu sì veloce a investire il Reame, e si mostra così presto di lingua, e insolentisce fino a mandare il guanto di sfida al figlio dell'Imperatore,» e qui mostrò il guanto che gli aveva consegnato Carlo «saremo noi sì codardi da non rispondere alia chiamata?»
Ché del 1234, fosse o no ad istigazione del papa e de' guelfi, sollevossi primo in Germania Arrigo figliuolo dell'imperatore; e questi v'accorse, e, senza combattere, lo prese e mandò prigione in Puglia, dove poscia morí.
E tutti i princlpl ribelli! Landolfo. Contro i figli stessi dell'Imperatore! Ho capito! ho capito! Perciò non mi raccapezzavo, vedendomi parato così ed entrando in questa sala! Ho detto bene: non era vestiario, questo, del mille e cinquecento! Arialdo. Ma che mille e cinquecento! Ordulfo. Qua siamo tra il mille e il mille e cento! Landolfo.
Se ci è lecito prestar fede al carteggio di quel Tommaso Duncombe, che era sempre ai lati dell'imperatore, Napoleone gi
E sì dicendo, al papa presentava la lettera dell'imperatore, ai segretari i decreti del sinodo di Worms. Ma a quelle parole, l'ardente vescovo di Porto balza in piedi e grida: Per il manto di Dio! imprigionate lo scismatico.
Il grido colpì come un fulmine il giovine immerso nei suoi sogni. «Come?» si domandò: «questi barbari svevi vanno in visibilio al nome dell'imperatore, e noi francesi...?!». Il convegno e l'ora felice sono dimenticati: egli passa tutta la notte all'aria aperta, tra meditando e sognando. Come spuntò il giorno, la sua decisione era presa: egli doveva essere il Loyola della religione napoleonica.
Presso Cotila sorse poi la villa paterna dell'imperatore Vespasiano, dove questi era solito recarsi nell'estate a godere le fredde acque che intorno vi scorrevano, acque solfuree ed acidule, villa che ei nomò Falacrine a ricordo del vico natale, e dove egli morì, e morì poi anche suo figlio Tito.
Ordinò le finanze: due casse distinte, il fiscum dell'imperatore, l'aerarium dello Stato; il primo, maggiore e fornito dalle terre dette perciò «confiscate», e da' tributi delle province imperiali; il secondo, da quelli delle province senatorie.
Allibì Guizot stesso, e l'astuto Palmerston non seppe reprimere un sorriso, quando il re fece officiare il gabinetto inglese per la consegna del cadavere dell'imperatore. Il nipote di Filippo
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