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Aggiornato: 21 giugno 2025


Con la vostra sopportazione, messer duca, avreste avuto gran torto. Dopo la fatale storia di quello sventato dell'abate di Cluny, voi mandaste via Alberada, pizzicato da gelosia. Vi apponeste, Roberto. Gli è vero che nell'anima mia io aveva amata Alberada; ma Iddio stesso, neppure Iddio sapeva di quel segreto. Alberada aveva l'anima immacolata di tutt'altro affetto che non fosse stato il vostro. Per modo che, monsignore, voi potreste giurare che giammai donna vi ha amato, e vi amer

Il Ghezzo, pigliato il moccolo dallo scrittojo, precedeva il prete: e discesi così dalla scaletta, attraversarono lo spazioso cortile, e salirono al portico del piano superiore, rischiarato in quel punto dagli obbliqui raggi della luna, la quale cominciava a spuntare tersa e lucente, di sopra la lunga linea bruna formata dall'opposto lato dell'edificio. In quel vasto asilo delle miserie, in mezzo all'alto silenzio della notte, ai passi del vecchio infermiere e dell'abate rispondeva, sotto le vôlte de' portici, un'eco tanto malinconica, che don Teodoro, gi

Io chinai riverente la testa; allora il sagrestano volgendosi al monaco, profferì presso a poco le parole che il nostro Manzoni pone sul labbro dell'abate nell'atto che questi presenta Lucia alla Signora di Monza: Questi è il giovine forestiere per cui ella si è degnata interessarsi, e per cui mi ha fatto sperare la sua protezione.

Ma finalmente sono giunto in porto, e mi par di sentir qualche messaggio che dica: Al segno dell'abate pio l'inappetenza tua n'andrá con Dio. S'io risano, prometto in questo chiostro far aggiunte di fabbriche e un altare. Disse l'abate: Voglia il Signor nostro che il segno in nome suo possa giovare. Direte, figlio, basso un paternostro, fede ci vuol le grucce per lasciare.

Forse non mi conosce più; sono la sorella dell'abate Celso.... ho bisogno, sul momento, di dirgli una parola. Sorella?... sul momento?... Che sorella? Si tratta d'una gran cosa.... Per amor del cielo! mi lasci venire innanzi. Mo, siete bella! sono obbligata a conoscervi io? a quest'ora non si va per le case.... Oh! non mi faccia piangere.... è per la povera mamma, è per il nostro Damiano!...

I trenta o quaranta invitati erano tutti , salvo cinque o sei, che chiacchieravano e passeggiavano nel giardino. In quel profondo silenzio spiccava la voce calda e robusta dell'abate. Insieme con la principessa egli era in piedi dinanzi al sof

Alcune parole dell'abate, che parlava di Guiberto, colpiscono le loro orecchie. L'infelice donna si arresta a mezzo ai baci, taglia nette le parole di lungo amore compresso e le non mai sazie carezze, ed i non mai inebriati sguardi, e sta più attentamente ad ascoltare. Qual dubbio v'era? Il mercato era fatto, il patto di sangue era conchiuso.

La Principessa era giovane, ricca, corteggiata indipendente, e come abbiamo detto bellissima: non prendeva quindi alcun piacere alle calunnie: le era anzi molto a grado che la sfuriata dell'Abate le avesse dato modo di umiliare le tre o quattro creature meschine, spigolistre, che si trovavano nel suo palco, e che avevano lacerato fino allora il nome della artista.

Dopo la morte dell'abate, nell'anno 1276, il monaco Pelagio, raccolti armati per costituirsi signore temporale del luogo, assalì il chiostro, scacciò i monaci, e dopo aver saccheggiato il tesoro, ritornò a Cervara, luogo selvaggio, rupestre, sopra Subiaco, dove si tenne armato per quattro anni, aspettando che l'abbazia rimanesse indifesa e senza capo.

Che fai tu qui? le domandò altezzosa la principessa. Sono al servizio dell'abate Perricone, rispose l'altra con protervia. L'abate Perricone era il prete che officiava nella cappella del parco, e che reggea la parrocchia di Mondrone con virtù esemplare.

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