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Aggiornato: 10 maggio 2025


Dopo un'ora di cammino arrivammo al Sebù. Mi parve di vedere il Tevere nella Campagna romana. In quel punto era largo un centinaio di metri, color di mota, grosso, rapido, incassato fra due rive altissime, quasi verticali, aride, ai piedi delle quali si stendevano due zone di terreno fangoso. Due barconi antidiluviani, spinti a remi da una decina d'arabi, s'avvicinavano alla nostra riva.

Incontravamo più sovente che nei giorni innanzi, armenti, cavalli, cammelli, brigatelle d'arabi. Lontano, dinanzi a noi, si stendeva una catena di monti d'un color cenerino delicatissimo, e a mezza distanza, fra i monti e la carovana, biancheggiavano due cube, la prima illuminata dal sole, la seconda, visibile appena.

11 E così una galea fu apparechiata, di che miglior mai non solcò marina; e perché ha dubbio per tutta fiata, che non gli turbi il suo viaggio Alcina, vuol Logistilla che con forte armata Andronica ne vada e Sofrosina, tanto che nel mar d'Arabi, o nel golfo de' Persi, giunga a salvamento Astolfo.

Da una parte una lunga fila d'arabi, seduti in terra, assistevano alle cariche dei cavalieri della scorta; dalla parte opposta altri arabi giuocavano alla palla; un po' più lontano, un gruppo di donne imbacuccate nel loro rozzo caic ci osservavano con stupore gesticolando fra loro; e frotte di bambini scorazzavano tutt'intorno. Il Biseo ed io ci avvicinammo ai giuocatori.

Quella sera, al tramonto del sole, andai col comandante a vedere i soldati della scorta che facevano le cariche in un vasto prato vicino all'accampamento. C'era un centinaio d'arabi, seduti in una sola fila sulla sponda d'un fosso, che guardavano. Appena ci videro, prima alcuni, poi cinquanta, poi tutti, si levarono da sedere e a poco a poco si vennero ad affollare dietro di noi.

Camminavamo sopra un terreno ondulato a grandi curve, in una campagna verde e solitaria. La strada, se si può chiamar strada, era formata da un gran numero di sentieri paralleli, in alcuni punti incrociati, serpeggianti in mezzo a cespugli e pietroni, infossati come letti di rigagnoli. Qualche palma e qualche aloè disegnava le sue forme nere sull'orizzonte dorato. Il cielo cominciava a coprirsi di stelle. Non si vedeva nessuno vicino lontano. A un certo punto, sentimmo alcune fucilate. Era un gruppo d'arabi che dalla sommit

Sulla riva sinistra del Fiume delle perle, v'erano circa due mila soldati di fanteria, parte sdraiati per terra, parte ritti in crocchi. Nella piazza, chiusa tra il fiume e le mura, tirava al bersaglio l'artiglieria; quattro cannoni, dietro ai quali stava un gruppo di soldati, e ritta in mezzo a loro una figura alta e bianca, il Sultano, di cui però, dal luogo dov'ero, discernevo appena i contorni. Mi parve che di tratto in tratto parlasse agli artiglieri in atto di dar consigli. Dalla parte opposta della piazza, vicino al ponte, v'era un gruppo di mori, d'arabi, di neri, uomini e donne, gente di citt

Guardai dove accennava, e vidi, dietro le barche che s'avvicinavano per raccogliere i passeggieri, una folla d'arabi cenciosi, seminudi, ritti nell'acqua fino a mezza coscia, i quali s'accennavano l'uno all'altro il bastimento con gesti da spiritati, come una banda di briganti che dicessero: Ecco la preda.

È passata per la piazzetta una turba d'arabi, uomini e donne, preceduta da sei vecchi che portavano sei grandi bandiere di colori diversi, e tutti insieme cantavano ad alta voce non so che preghiera, con un accento supplichevole ed un aspetto triste, che mi fece senso. Domandai: mi si disse che chiedevano ad All

al quadretto favrettiano della Venezia del settecento; Quanto di veli e di zendadi e nastri, Quanto fruscìo di giubbe rabescate, Quanto brillare ed ecclissarsi d'astri Eclissarsi come usano le Fate, A provocar novelli Zoröastri! Che baciucchiar di mani ingiojellate! Che visetti söavi, e che melensi! Che perpetuo fumar d'arabi incensi!

Parola Del Giorno

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