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Un giorno tutta la valle, le vette e i boschi folti d'ombra primaverile rimbombarono per un colpo formidabile e strano. Sembrava un muggito, un urlo prolungato d'eco in eco, il grido di un appello disperato, o lo scoppio di una collera terribile.

Le nostre abitudini erano invariabili; io non mi coricava alla mia volta o non usciva di casa, prima d'esser passato nella camera di Lidia a salutarla. Vi trovai, quella sera, ancora Geltrude occupata a riporre le vesti. Io m'avvicinai al letto, dove Lidia stava col busto appoggiato ai guanciali e i capelli sciolti per le spalle; un bel quadro, senza dubbio, ricco di luce e d'ombra.

Soltanto Lucia, la giovinetta pallida dal viso rigonfio, che era più vicina al campo della Virginia, le domandò in aria di compassione: Siete molto stanca?... Non ne posso più!... Mi pare di morire! sospirò la disgraziata che non c'era avvezza. E si buttò a terra fra le pianticelle ancora basse del melgone, cercando un filo d'ombra.

Io l'avevo aspettato sotto il mandorlo, immobile, ascoltando i lievi murmuri della vallicella nel silenzio, e osservando i giuochi di luce e d'ombra della luna tra le piante, che rischiarava come un sole il giardino e il terrazzo, dall'alto del suo azzurro.

Ho detto, e ritorno a Spinello Spinelli. Il quale, vedendo operare mastro Jacopo di Casentino, si accese del desiderio di dipingere a fresco, che era in quei tempi il sommo dell'arte. Ma tacque il suo pensiero, che gli pareva troppo audace, anzi temerario senz'altro, e si restrinse ad osservare il modo con cui mastro Jacopo preparava i cartoni, ringrandendo a vaste proporzioni i suoi disegni, e qualche volta, ad ottenere i giusti effetti di luce e d'ombra, facendo modelli di creta, i quali disposti in una data azione tra loro, lasciavano vedere gli sbattimenti, i rilievi, e tutte l'altre particolarit

Nancy, trepida innanzi al cancello, ne sognava le non vedute rose, le fontane di luce, e i viali d'ombra e i laghi di mistero. L'anima di Aldo era per lei un giardino chiuso.

Un grande scrittore, che in gioventù non aveva avuto a lodarsi troppo delle signore donne, e che perciò non usava trattarle co' guanti, mi diceva: «Quando ho da dipingere una donna, piglio due soldi di biacca, uno di cinabro, uno di giallo di cromes, un pizzico di terra d'ombra, un altro di nerofumo, e non ci fo mica altra spesa; cinque o sei pennellate, e mi sbrigo». Lo diceva, s'intende; ma poi non lo faceva.

Intanto giungemmo al cancello del giardino. Al rivedere que' viali, quelle piante, que' luoghi pieni d'ombra e di frescura, que' sedili, quelle statue coperte di muschio, che mi ricordavano una lunga storia di giuochi, di capricci, di lagrime e di versi sbagliati, mi pareva di diventar piccino, e il cuore batteva anche a me come alla vigilia d'una vera battaglia.

E chi non riconosce l'influenza che la vista di certi spettacoli produce su noi? L'aspetto di ridenti campagne, piene di sole e d'ombra: le ardue montagne azzurre, che sfidano le nubi e si confondono col cielo, tutto ciò dispone il nostro spirito a serene fantasie e lo inalza al disopra delle miserie umane.

Cesare l'aveva raggiunta e guardava l'alba apparire, con le nuvolette rosee; una fresca alba estiva, sotto il cui sorriso si stendeva il mare.... Mostruoso d'ombra, solo il puntazzo di Portofino pareva ancòra addormentato. Va presto, mia vita! susurrò Emilia. Che non ti vedano! Non mi vedranno, disse Cesare. Rassicurati; nessuno è alzato, a quest'ora!