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Erminia nudriva verso Flavio troppa stima perchè potesse crederlo capace d'una bassezza; aveva avuto da lui troppo grandi prove d'amor puro, disinteressato, santo, per contaminare la sua memoria coll'ombra d'un sospetto.

Credetemi, M.^r Black, la mia riconoscenza è grandissima, e tale che non saprei esprimervela a parole.... Nella vostra offerta c'è per me più che una prospettiva di benessere materiale, c'è una soddisfazione d'amor proprio che io non avevo diritto di attendermi.... Dovrei esser felice, eppure, è vero, sono frastornato da cento pensieri tristi.... Se sapeste?... Ma, no, adesso è inutile.... Prima che passino due mesi vi scriverò a Londra....

Poco parer potea li` del di fori; ma, per quel poco, vedea io le stelle di lor solere e piu` chiare e maggiori. Si` ruminando e si` mirando in quelle, mi prese il sonno; il sonno che sovente, anzi che 'l fatto sia, sa le novelle. Ne l'ora, credo, che de l'oriente, prima raggio` nel monte Citerea, che di foco d'amor par sempre ardente,

Gervaso si guadagnò in poco tempo la confidenza e la simpatia di Erminia. Egli l'amava quella fanciulla d'amor paterno ed il bacio che la giovane educanda stampava sulle sue gote aggrinzite gli facevano dimenticare quei dolori, quei tristi ricordi che gli si potevano scorgere attraverso le rughe della fronte, nell'espressione austera de' suoi lineamenti.

Gridava ferocissimo in sembianza: O Cavalier, l'umana vita è frale, Ed in conviti ed in piacevol danza Ed in ozio d'amor pur batte l'ale; Or se morir convien, ch'altro n'avanza, Salvo con la virtù farsi immortale? dicendo, fra' Turchi oltra si spigne, men Timoleon la spada tigne.

A un tal segno d'amor vi rallegrate: speditemeli tosto in diligenza; ma in avvenir non fate malegrazie, perch'io non vi farò belle grazie. A gran colpo il marchese novello, che nell'interno è gabelliere ancora, sentissi gran rivolta nel cervello, pulsare il cor che gli balzava fuora.

Ben dissi fui; ch'or non son più di lui, ma di dolor, d'affanno e di mestizia. Colpa d'Amor; ch'io non saprei di cui dolermi più che de la sua nequizia, che dolcemente nei principi applaude, e tesse di nascosto inganno e fraude.

Egli è il Re che diffondersi brama, Che pacifico vien dalla reggia, Che fra i sudditi amati passeggia, Che lor volge parole d'amor: Egli è il padre che visita i figli, Che s'appressa a ciascun de' lor petti, Che lor mostra quant'ei si diletti Di cercarli, di starsi fra lor.

S'il dissi mai ch'io venga in odio a voi, Donna, ch'io tanto pregio, ed è ben degno; s'il dissi che mai sempre ira e disdegno portiate in seno, e sol me stesso annoi; s'il dissi che 'l mortale eterno muoi di me non mai giungendo al santo regno; s'il dissi sia d'amor prigione e segno de l'acuto suo strale, e preda, poi.

Tal parla, e in verginale atto la faccia Volge, e il respinge, e move gli occhi in giro, E minacciar vorría, ma la minaccia Le muore su le labbra in un sospiro. Ebbro, anelante, con aperte braccia, Ah! no, risponde il Pellegrin delíro, Tu, che bella e pietosa sei, Senza luce d'amor viver non dèi.