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Aggiornato: 9 giugno 2025
Questo decreto, frate, sta sepulto a li occhi di ciascuno il cui ingegno ne la fiamma d'amor non e` adulto. Veramente, pero` ch'a questo segno molto si mira e poco si discerne, diro` perche' tal modo fu piu` degno. La divina bonta`, che da se' sperne ogne livore, ardendo in se', sfavilla si` che dispiega le bellezze etterne.
LELIA. Ivi stando, né d'altro che d'amor ragionare sentendo a quelle reverende madri del monistero, m'assicurai ancor io di scoprire il mio amore a suor Amabile de' Cortesi.
E ancora e sempre avanti; e se i palagi sfumano nelle nebbie, e se nel mare e tortuosi anfratti e cupe ambagi si perdon nei profondi, e se in sull'are e di Gloria e d'Amor fuman le stragi delle vittime illuse, e il camminare dalla Fonte allontana, e se i malvagi mister' la Sfinge impone a decifrare, che importa?
Quel prete l'aveva fatto ridere colla sua frottola d'Amore, di cui ora ritornava a sonargli nell'orecchio il ritornello: Amor d'Amor l'è pader, Amor l'è el cap di lader... Chi si fida, guai! esso vi porta sempre via qualche cosa, o la ragione, o il cuore, o la pace, o il sonno, quando non vi porta via tutta la vita.
Ma dimmi, e come amico mi perdona se troppa sicurta` m'allarga il freno, e come amico omai meco ragiona: come pote' trovar dentro al tuo seno loco avarizia, tra cotanto senno di quanto per tua cura fosti pieno?>>. Queste parole Stazio mover fenno un poco a riso pria; poscia rispuose: <<Ogne tuo dir d'amor m'e` caro cenno.
Chi è quell'infelice maledetto Che porta in fronte i torvi occhi di Giuda, E come Giuda si percuote il petto, Perchè più in rimirarlo altri s'illuda? Schiavo sempre viss'ei d'iniquo affetto? Di virtù l'alma ebb'egli sempre ignuda? O dopo aver d'amor di Dio avvampato, Cadde e non sorse, ed a Sat
135 Se 'l vi ricorda quel ch'avete udito, costei da la spelonca ne veniva, dove Issabella, che d'amor ferito Zerbino avea, fu molti dì captiva. Più volte ella le avea gi
40 Vedi in un bello ed amichevol groppo de li principi illustri l'eccellenza: Obizzo, Aldrobandin, Nicolò zoppo, Alberto, d'amor pieno e di clemenza. Io tacerò, per non tenerti troppo, come al bel regno aggiungeran Favenza, e con maggior fermezza Adria, che valse da sé nomar l'indomite acque salse;
Io dico te, Iesú, lo qual invoco mio Febo, mio Elicona, mio Parnasso, ov'ogni bel pensier al fin collòco. So ben che di te dir via piú t'abbasso, che tacendo non alzo; e pur m'offersi, ecco, a dricciar nel tuo bel nome il passo. Ché, come vedi, son questi miei versi d'amor almanco e caritade in cima, se non toscani, ben sonori e tersi. Coecum quid et miserum hominibus vita.
È lazzo da beccajo Che il sangue inebrïò! Deh! Se nei vostri pargoli Sensi d'amor bramate Dal barbaro spettacolo, Madri, li allontanate... O scenderanno funebri Fantasimi crudeli A rapir loro i cieli Del sonno verginal!
Parola Del Giorno
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