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Istallarsi in Roma, consenziente la Curia, benevolo il papa, voleva dire per il governo italiano abdicazione di ogni idea liberale, di ogni principio di moralit

Dopo l'avvento della Sinistra al potere, e specialmente dopo la morte di Vittorio Emanuele, l'onorevole della curia di Borghignano, spaventato dal famoso ponte, gridava ai quattro venti di non volerne mai più saper di politica; profetava torbido, minaccioso il futuro, e consigliava a tutti di rinchiudersi in casa, finchè di fuori fosse calmata la tempesta.

Per altro, dacchè il giovinotto era libero e viveva lontano dalla Curia, il conte di Santasillia prendeva il sopravvento sull'abatino, come lo chiamavano qualche volta gli amici suoi per amabile celia, e come lo chiamava schernendolo il buon popolo veronese, che lo vedeva di cattivo occhio per via dei quattrini che mandava al Papa.

Il Gizzi oltre le riforme amministrative non voleva andare, la Consulta e basta; e quando fu chiesto stessero i preti allo altare, in curia i laici Pio IX ebbe a dire: «per andare a genio a loro Signori non mi vo' mica perdere l'animaDella guardia civica gi

Mentre il prossimo ritiro dei Francesi impensieriva la Curia e faceva sorgere in essa il dubbio, se fosse preferibile per il Papa, inerme di fronte alla rivoluzione, di abbandonare la citt

Giovane od anzi adolescente, dissoluto e scellerato, Benedetto non fu sofferto da' romani, che gli contraposero per poco un Silvestro III, poi Gregorio VI, un pio e sant'uomo; dal quale fin d'allora trovasi innalzato nella curia romana quell'Ildebrando, che dominò non essa sola, ma tutta la sua etá quasi sempre d'allora in poi.

Pontificando Leone X, il sassone frate Martin Lutero aveva levata audace la voce contro le indulgenze, le quali, se prima erano un compenso alle gravose pene ecclesiastiche per i peccati, vennero poi a sovrabbondanza profuse, insinuandosi perfino contro gli oracoli della Chiesa, che assolvessero vivi e morti dalla pena e dalla colpa, e facendosi traffico delle bolle che le concedevano. Da questo, Lutero si aperse il varco a fare alla curia romana altri rimproveri, più uditi perché veri: poi passando dagli abusi nuovi alli vecchi, e dalla fabbrica alli fondamenti impugnò l'autorit

Appena salvato Garibaldi, l'opera di Don Giovanni fu conosciuta da tutti: non ch'egli la dicesse, ma coloro che avevano preso parte all'ultima fuga da Modigliana per l'Appennino, di confidenza in confidenza la propalarono. Il vescovado ne venne istrutto e ne scrisse alla Curia fiorentina: di l

I cugini rimasti a terra, per non invidiare l'uomo accorto a cui la curia aveva insegnato tante cose, vollero consolarsi pensando che Giusto avesse proprio fatto una corbellatura magnifica; ma non riuscirono bene. Bastava che Giusto dichiarasse ridendo d'averli voluti corbellare, perchè si risvegliasse più acuto il dolore della eredit

Quanto ai detenuti politici, la giustizia dei papi aveva edificato a posta per essi il vastissimo carcere di San Michele, nel quale dovevano starsi imprigionati insieme alle donne di mala vita. Strano concetto che dimostra la nequitosa malizia della Curia romana! Il carcere di San Michele fu destinato ai rei di stato, e alle femmine di mala vita!