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Aggiornato: 9 giugno 2025
A Milano; ribadiva il cuoco. A Milano; ripeteva lo sguattero. Se in casa Ruzzani ci fosse stato anche un pappagallo, son certo che il signor Borgnetti ci avrebbe avuto una testimonianza di più per l'andata a Milano.
Li guardai attentamente; s'avanzavano di trotto; eran dieci, parte vestiti di color oscuro, parte di bianco; mi parve che nessuno avesse il fucile; il capo era un vecchio colla barba bianca; mi rassicurai. Formiamo il quadrato! gridò il cuoco. Non c'è bisogno risposi. Il vecchio della barba bianca s'era scoperto il capo e si dirigeva verso di me colla berretta in mano. Era un Israelita.
O che non potrebbe attendere alle sue casseruole, sior piavolo? rimbeccò la Cate, che non poteva soffrire il cuoco, il quale un giorno aveva voluto mettere a troppo caro prezzo un piatto di polpette ch'egli le aveva regalate. Ehi, ehi, la mia tosa, che fumi vi montano alla testa? Zitto sussurrò qualcheduno che c'è sior Bortolo.
Pippía sta in cucina, presso i fornelli, a picchiarsi il petto e a pregare per la dannazione delle anime vostre. Il cuoco ha fatto una salsa nella quale vorrei cuocervi tutti, quanti siete, figli di galeotti, nipoti di impiccati, che mastro Nicola abbia presto a darvi la pedata anche a voi! Mi avete visto, ora? mi avete sentito? Andate in vostra malora; quando verr
Lì per lì il notaio mandò a prendere due fogli di carta bollata, e Giusto volle pagarli senza aspettare il conto; si chiamò l'oste, il quale chiamò il cuoco, il cameriere e lo sguattero, tutti testi idonei maschi e d'et
Che gran soggetto da far tanto foco diceasi pel decoro e per l'onore! Si sa che l'avol suo faceva il cuoco; suo padre di Martan fu servitore, e ch'egli fu d'Orlando lo scudiere, e non è uscito ancor di gabelliere. Finalmente Marfisa era una dama, che cominciava a far la sua famiglia. Amori o non amor, fama o non fama; che gran soggetto! che gran maraviglia!
E aveva continuato nella sua corsa. Domenico era ben noto per diecine di miglia intorno a Napoli. Avea servito molti signori, in un anno mutava cinque, sei padroni; era stato cocchiere, cuoco, valletto; aveva pur servito in conventi, in locande, in osterie, sempre cacciato per la sua intemperanza. Ora egli era giardiniere del duca di Montrone.
L'aria pura che invase la stanza fu accolta con un grido di gioia, e le coppie dei ballerini uscirono fuori sparpagliandosi sotto il portico, e lungo i viali, in giardino. Era una sera punto fredda; c'era del resto tanto amore e tanto vino in quella gente, da sentir caldo anche sotto la neve. Soli, nello stanzone, rimasero la Veronica e il cuoco.
Sfido io.... Nemmen per sogno. O che si licenzi il cuoco? Ma chi dice questo? O che io mandi a spasso la cameriera? Ma no, ma no. O che rinunzi al palco alla Fenice? Nemmen per idea. O che mi vesta come una serva? Via, Chiaretta, nessuno pretende una roba simile. Che cosa si pretende adunque? Che si dia il benservito al precettore di Leonardo, e che si mandi il ragazzo alla scuola pubblica?
Al Capocomico: Debbo leggere anche la didascalia? Il capocomico. Ma sì! si! Gliel'ho detto cento volte! Filippo ne sbatte un altro, parato anche lui da cuoco. Guido Venanzi ascolta, seduto.» Ma scusi, mi devo mettere proprio il berretto da cuoco in capo? Mi pare! Se sta scritto lì! Indicher
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