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Aggiornato: 9 giugno 2025
Cotte che fûro te le mangiasti, buon pro ti faccia: finimola presto. LECCARDO.... Venne un altro cuoco e s'accorge ch'avea buttato le testoline dentro la caldaia.... DON FLAMINIO. Oimè, ci è gionta un'altra persona: e se il parlar di uno era cosí lungo, or che vi è gionta un'altra persona, sará altro tanto. LECCARDO.... Oh oh, che m'era smenticato il meglio! Prima che venisse quel cuoco....
Il cuoco, che stava rigovernando giù in fondo al cortile presso la finestra della cucina, alzò il capo verso il tetto che non vedeva, ed esclamò malinconicamente: Com'è bella la gioventù! A martedì, disse Marco, stringendo lungamente la mano della sua sposa e guardandola fisso. A martedì, rispose lei, abbassando gli occhi e facendosi rossa come una fiamma.
E, come se questo non fosse abbastanza, per rovesciare immensa formidine nell'animo del pontefice si aggiunse il vaticinio di certo astrologo, il quale gli prognosticava vita di breve durata. Ond'egli, dimessi cuoco e scalco, stavasi intanato nel Vaticano, non osando comparire in pubblico; o se talvolta usciva, stallieri armati lo circondavano per dinanzi e di dietro.
La nostra gloriosa repubblica ha di cotali valentuomini al suo servizio, soggiunse gravemente Anselmo Campora, mettendosi a tavola. Siedi, amicone. Domani sarai l'aiutante del mio cuoco; oggi sei il mio commensale. Lo hai meritato. Chi fa bene, abbia bene in questa vita e nell'altra. Tu m'hai portato il migliore della tua osteria, e Anselmo Campora non lo ha dimenticato. Bada a me, ragazzo; porta sempre del vino buono al nemico; verr
Da quel giorno alla villa tutto parve mutato: i servitori non si vedevano quasi più, le finestre rimanevano chiuse al bel sole di primavera, e dentro il silenzio era anche più tetro. Giuseppe, il vecchio cocchiere, rimaneva quasi tutta la giornata nell'altro caseggiato delle stalle, ove il cuoco e i giardinieri andavano a trovarlo parlando a bassa voce, giacchè la coscienza di quel disastro era uguale in tutti. La casa andava in isfacelo. La signora Bice non avrebbe potuto sopravvivere alla perdita del bambino: e dopo? come finirebbe? Essi amavano gi
In questa critica condizione di cose il nostro Leonardo trovò un'assistenza impreveduta nell'ottimo signor Oreste, il cuoco, uomo danaroso e liberalissimo, sovventore magnanimo di piccoli bottegai e merciaiuoli ambulanti con cui egli teneva conto corrente al mite saggio dell'un per cento alla settimana.
In pochi minuti divamparono i fuochi della cucina, e di lì a poco si fece colezione. Una scatola di sardine, vuota, buttata via dal cuoco, fu raccolta dagli arabi, portata dinanzi alla porta della Cuba e fatta oggetto d'un lungo esame e di conversazioni animate.
La sera stessa si trovarono riuniti in cucina, attorno all'allegra fiammata del caminone. Drollino ci andò pure un momento, prima di recarsi a letto. Nel crocchio si discutevano, naturalmente, gli ultimi avvenimenti di quella fortunosa villeggiatura. E la Russa? chiese a un tratto il paggetto. Il capo cuoco alzò una mano a livello del mento, e con una vivace smorfia soffiò rapidamente sul palmo.
Alle dieci e 35, lieta, giubilante del tiro fatto alla cuginetta dalla testa di bambola, ripartiva per Bellagio e con lei Olimpia, il cuoco ed i canarini. In cui si leggono i caratteri dell'amabile cuginetta.
Finalmente questo povero signore mi promise di parlare al cuoco per ottenere un po' meno plum-pudding, un po' più di rispetto alla minoranza nazionale; e mi lasciò in pace, nè più ci siamo parlato.
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