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Aggiornato: 24 giugno 2025


«Uomini e donne hanno la crudele abitudine di rinnegare dinanzi ad un nuovo amore i loro amori precedenti. Tutt'al più ne ammettono uno, se la sua notoriet

Oh sospirato d'indulgenza alterna Malagevol ritorno, allor che fiamma Di discordia civil tocche ha l'irose Schiatte de' forti! bastò la fuga Delle guelfe di Napoli bandiere E del lor collegato empio Manfredo A raddur tosto pe' Saluzzii lidi L'armonia del perdono e delle paci. Aperti scherni ed avventate punte Di calunnia secreta e più crudele Affliggean le famiglie, e singolari Ne seguìano certami e vïolenti Scoppi a vendette. Il buon Roccel, perduti Ambo i vecchi parenti, e contristato Dallo spettacol di cotanti sdegni, Caduta in troppe a lui sembrò bassezze La stirpe umana entro la patria terra. Di Milan sorrideagli e de' Visconti La rimembranza, ed a Milan s'avvia Vagheggiando col fervido pensiero I costumi leali e generosi Della citt

Noi liberi così, per vario corso, Correrem, cimbe audaci, il mar crudele, E il dio, che non indarno ha l'ali al dorso, De l'ali sue ne rifar

Era questo il baccar di quel tremendo Popolo di pigmei. L'un l'altro, a un segno, S'aggruppâro, si unîr, si fuser tutti Come liquido bronzo, e una trifronte Furia formâr così gagliarda e fiera, Che immoto stette a contemplarla il mondo. Ella si scosse, e dietro a lei sparirono I secoli; diè un grido, e tremâr quanti Popoli e re. Tutto sia nuovo, disse, E fulminò: tempi, memorie, cose, Troni ed altari, uomini e dii. La terra Corse in tre passi; e a le rovine in cima, Fra un oceano di sangue eretto un trono, Lieta, guardando a l'avvenir, si assise. Come allor, che dai campi aridi e brulli Piomba co'l verno una tempesta, orrendo Romba il tuon, fischia il vento, a larghe falde Piove olimpo; i torrenti alzansi in fiumi, I fiumi in mar; crollan capanne e case, E ti par tutto, ove che il guardo giri, Un sepolcro di torbe acque la terra; Tal passò quell'Erìne; e, a quella forma Che, a le fiamme del Sol, bevendo i campi L'abbondevole umor, pullula intorno Fuor del morbido limo ogni diversa Vegetal vita, e variopinto e bello D'erbe intesto e di fior spiega il suo manto; Così da le rovine alte e dal sangue Germinâr cose e idee, ch'arbori or fatte, Dan riparo a le genti e frutti al mondo. Questi, ch'io noto con parlar fugace, Inclito Prometèo, son, tra' maggiori Fatti, per cui l'uman genere avanza, I maggiori e più illustri; e d'essi al raggio La speme del mio cor s'accende e cresce. Me più volte cacciò nei tenebrosi Baratri il Dio, che al suo fatale è presso, Ma invitto sempre ad altre prove io sorsi, E a l'estrema mi accingo, or che cotanto Spazia nel Ver de l'uman genio il volo. Però ti piaccia udir, come appuntando L'uomo industre e tenace il vario ingegno Or d'Iside nel grembo, or di stesso, Utili veri a la sua vita invenne. Qual dirò prima o poi? Correa su' ciechi Flutti il nocchiero, e nulla al dubbio corso Guida costante gli reggea la prora, Fuor che l'Orsa malfida e il vario sole. Mal securo ei fuggía gli alti, e la riva Con vigile tenendo occhio, il nemico Nembo tremava, che rapìagli il cielo. Ma poi che la virtù primo conobbe Del commisto magnete, il qual, sospinto Da un istinto d'amor, volgesi al polo, Un sottil, ben temprato ago ne trasse; Mobilmente il librò sovra a un diritto Fil d'intrepido ottone; entro una cava Ciotola il custodì tutta di puro Rame, e, co'l guardo al ben costrutto ordigno, Diede a l'agile prua certo il governo. Così per mari inesplorati, in traccia D'un pensier, che parea sogno e deliro, T'affidavi, o Colombo; e intenta e certa, Più de la punta del sottil congegno, Ch'oltre ai nembi scorgea l'artiche nevi, Lungi, lungi, oltre ai mari, oltre al confine, Dove il cielo si univa al mar crudele, Tutto un mondo vedea la tua pupilla. Esplorata così questa rotante Sfera, che intorno al Sol l'anno misura Più vasto al genio umano aere s'apría. Crescean genti e citt

Io non so chi sia il valoroso critico francese citato dal Pica che chiamando un pur chef-d'-oeuvre questa Belkiss del De Castro, non ha dato una bella prova d'intelligenza; e ammiro l'arguta riserbatezza con cui il Pica lo avverte di aver dimenticato una spirituale legge, un po' crudele forse ma non del tutto ingiusta, secondo la quale, prima di chiamar capolavoro un'opera d'arte, bisogna lasciar che il tempo vi deponga su la sua lucida p

Pannini abbassò il capo e mormorò con accento pieno di terrore: L'espiazione!... Il patibolo, forse!... La gogna... la folla curiosa e crudele... il mio nome appiccato coll'ignominiosa sentenza ai canti delle vie... Oh no, no... non lasciatemi a questo troppo supplizio.

La mia intelligenza era talmente ossessionata dalle prepotenti idee metafisiche insinuatemi dal vecchio professore di filosofia, che pur sapeva contemperare per conto suo l'ideale col reale, da rendermi una specie di macchina dove il raziocinio avea distrutto ogni vestigio di sentimento. E così mi spiego in che modo potei assistere con crudele indifferenza alla morte della mia bambina.

Se ella ricusava, sarebbe diventato cattivo, crudele. Uscì di casa sconvolto, agitato ed aveva dipinto sul volto tanto strazio, che alcune persone si fermarono a guardarlo. Colui medita un suicidio, pensavano. Giunto dinanzi al palazzo di Adriana, si sentì piegare le gambe e dovette appoggiarsi al muro per non cadere. Aveva scorto l'ampio portone chiuso, le finestre ermeticamente serrate.

Fu assai forte l'impressione che cotesta scena crudele fece su Armando. Ne fu sbalordito e intimamente addolorato. Sentì che la societ

Ma dietro questo tutto delirava lo spirito di Paolo Herz, nell'abbandono e il suo corpo soffriva, come se fosse crocefisso. Giacchè ella lo aveva lasciato. Così. Non aveva voluto più saperne di lui. Aveva finto per poco tempo, verso la fine. Era crudele, Luisa: ma molto logica, nella sua crudelt

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