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Aggiornato: 8 giugno 2025


Quando era stata lungamente assente, egli la chiamava. Ella si lavava in fretta gli occhi, riappariva quasi sorridente ed egli non vedeva punto il rossore delle palpebre. Perchè te ne vai, Adele? Ti disturbo, forse. Non mi disturbi. Non ti vedo neppure. E allora, perchè mi vuoi? Così, per consuetudine. Ella crollava il capo, mentre si faceva pallidissima. Paolo Spada non se ne accorgeva.

Così io mi sono innamorata di Nino Stresa. Vi pare una contraddizione? Non so. Cercherò di spiegarmi meglio, e voi noterete se vi è contraddizione. Egli m'indignava, ma mi attraeva, anche, perchè era giovane, perchè era bello, perchè, infine, a suo modo, mi amava. Ogni volta che il suo desiderio si esprimeva negli sguardi e nelle parole, io ne riceveva un sussulto di dolore e di sdegno: ma, nel medesimo tempo, quasi senza che io me ne accorgessi, una delle difese del mio cuore crollava. Gli imponevo silenzio, ma egli aveva gi

Non sentiva il freddo acuto. L'aria diaccia recava appena un poco di refrigerio alla sua testa in fiamme. Non pensava. Ingenua e rozza non poteva fare riflessioni analisi su quello che le accadeva. Ma nell'animo istintivamente gentile e fiducioso, ella sentiva, così in confuso, che tutto crollava in lei; che tutto stava per cadere, nella sua vita, e si disfaceva.

Povero conte di Squirace! esclamava la signora Teodora, era un discreto giovinetto.... Ma l'altro: quello che fu condannato come assassino, che bell'uomo: un uomo come oggi se ne vedono pochi!... E che spalle!... Per me era innocente! Il marchese crollava la testa. Oh, allora lo dicevano molti, soggiunse la signora Teodora. Anche mio zio, che era un avvocato di molto grido....

Tratto tratto si fermava sui due piedi, senza che ne apparisse il perchè; rotava gli occhi, si mordeva le labbra, crollava la testa, quindi ripigliava l'aìre. Ahi, padre Anacleto! Quanto mutato da quel degno priore d'una volta, che viveva contento a San Bruno, nella placida rinunzia e nel benevolo disprezzo dell'universo mondo! Era lui che aveva inventata la frase. E su lui la natura, eterna prepotente, vendicava l'umanit

Una postilla in certo testo a penna trovo: che di Parigi ella non era, ma da Vinegia giunta in sulla Senna, e volontaria fatta prigioniera. La storia d'essa un'altra cosa accenna, cioè che con pretesti una gran schiera d'abatin, per vederla, ogni momento crollava la campana del convento.

E rivolto ai due visitatori, domandò loro col sorriso sulle labbra: Vengono per farsi frati? È il nostro desiderio; disse il più giovane dei due, mentre l'altro crollava la testa in atto di santa rassegnazione.

Gustavo crollava la testa, faceva un suo cotal sorriso misterioso e conchiudeva con dire abbracciandola e baciandola: Vedrai, vedrai; lascia fare a me e non temere di nulla.

Manfredo crollava il capo e pareva inquietissimo. Senti... tuo padre ti ha duramente scacciato per questa ostinazion tua... e ti ha maladetto.... Tu non ci hai colpa... lo so, tutti lo sanno. Ma la maledizione di un padre è terribile, il mio povero Manfredo, e viene il ....

Il 14 gennajo 1848 io scrivevo al ministro Guizot: «Voi siete travolto oggimai dagli eventi che non potete più prevenire dirigere. Voi siete ancora molto potente, signor ministro; ma noi saremo in ultimo più potenti di voiIl ministro crollava, sorridendo, il capo. Ma dov'era egli in febbrajo? Dicembre 1850.

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