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Aggiornato: 9 giugno 2025
A metter di buon umore Sua Eccellenza Bollati contribuiva altresì il fermento politico che andava propagandosi per l'Italia. Dopo la morte della contessa Chiaretta, ch'era una reazionaria di tre cotte, il conte Zaccaria aveva spiegato una certa propensione alle idee liberali. Diceva ch'era tempo di finirla, che i popoli erano stanchi d'esser trattati come pecore, e che il Governo austriaco non meritava più la fiducia dei Veneziani. Chi sa? Forse egli non era alieno dal credere alla risurrezione della Serenissima, nel qual caso, se non facevano doge lui, chi dovevano fare? Ma sopratutto era entusiasta di Pio IX, vero italiano, vero capo della Chiesa, vero padre dei fedeli. Quello era un uomo che doveva stabilir il regno della giustizia nel mondo, e per cominciar bene il lustrissimo Zaccaria sperava che Sua Santit
Macaruffo ruminava un poco; indi tornava su: Questa m'entra. Ma in fede mia, il denaro non m'indurrebbe. Credi, se c'è persona per cui farei questo servizio, sarebbe quella signora appunto. È così buona! Io la bistratto, l'aspreggio, che anche Giob rinnegherebbe la pazienza: ed essa mai un lamento; e mi saluta con cortesia, e mi augura bene a me quand'io gliene fo delle crude e delle cotte.
Fanno uso più di frequente di latte e qualche volta, se muore un animale, si cibano di carne. Si può dire che non conoscono la pasta, mentre spessissimo mangiano erbe cotte e senza condimento di olio. Uomini di ogni et
Conosceva anche il proprio cuore; e più di una volta le era parso di scoprire in esso dei sintomi di ciò ch'ella chiamava una «cotta», una «~toquade~», per questo giovane Nino dalla testa ricciuta, dal riso leggiero, dagli occhi violenti. Nunziata Villari temeva le sue «cotte». E non a torto. Da tempo ne conosceva i disastrosi effetti.
E, con queste caritatevoli invenzioni, gli facevano il vuoto dintorno. A furia di sentirselo a dire, finì col credersi anche lui un superbioso di tre cotte. Di tanto in tanto faceva un discorso, ma concludeva poco, perchè non serviva a nessuno. E lo aveva preso un tedio invincibile della vita parlamentare, come gi
Per tutta la stanza, alle pareti, alti stipiti in ebano: quattro scaffali, pure in ebano, di un lavoro squisito, con intagli di graziose figure, di fiori, di frutta, di colonnette: alcuni divani in raso nero, con filettature, nappe e frangie d'oro: su i tavolini, bronzi: il Mercurio di Gian Bologna, che stava lì sì bene; la Venere Callipige; varie piccole terre cotte di molto e molto valore.
E vidonsi in un punto aste e doppieri arrestati e frugoni e aperta guerra, zazzere abbrustolite e visi neri, berrette a croce e moccoli per terra; né si sentieno cantar misereri, ma bestemmie e un gridar: Sospingi, afferra da gole strette, con voci interrotte; e furon lacerate molte cotte. Que' gaglioffacci che raccolgon cera eran nel mezzo ad accrescer baruffa.
Se sia ancora viva, non si sa. Certo è che viveva ancora venti anni sono, e che la vide nel suo romitaggio il signor Narciso Cotte, impiegato al consolato di Francia a Tangeri, che ne ha raccontata la storia.
E fu di sera appunto, sorbendo il moka, quella volta che cominciò a tirarne giù, senza un motivo, di cotte e di crude, addosso ai piemontesi, ai monarchici ed ai fedifraghi; tanto che un giovinetto, il quale sedeva ad un tavolo vicino, stomacato da quella retorica balorda, si alzò d'un tratto e venne a gridargli sotto il muso che «parlando in quel modo, il signore era un vigliacco!...»
Vi fu un tempo in cui quasi tutti gli artisti passavano una buona parte della giornata nelle taverne, pigliavano cotte favolose, venivano alle mani, ne uscivano pésti e sanguinosi.
Parola Del Giorno
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